La storia di Ada e il Pioppo

La voce del Pioppo aveva cominciato a risuonare, chiara e melodiosa, nel silenzio del bosco. Il suo alto tronco era scuro e piuttosto rugoso; i rami che da esso partivano, sottili, erano slanciati verso il cielo, donando una sensazione di leggerezza al grande albero. Le sue
foglie assomigliavano ad un cuore triangolare e i loro piccioli, piuttosto allungati, facevano sì che bastasse un alito di vento per farle vibrare e chiacchierare: assieme ad esse, sembrava che tutta la pianta si muovesse, e come cantava!
Fra i suoi simili, infatti, il pioppo aveva fama di essere un gran chiacchierone, sempre pronto a raccontare una storia a chi volesse ascoltarlo. Ada si era fermata davanti a lui, affascinata dall’effetto che sole e vento assieme donavano alla chioma dell’albero, che come un cantante sul palco si agitava e luccicava.
“Che lo spettacolo inizi, caro pubblico animale e vegetale del bosco!”
Iniziò a dire il pioppo
“Ecco il vento del Sud! Corri vento, corri come fresca acqua su lisce pietre!”.
Alla bambina sembrò che i riflessi sull’albero si fossero fatti rossicci, mentre immagini di luoghi lontani e profumi sconosciuti l’avvolgevano in un gradevole caldo abbraccio.
“Ecco che dai biondi oceani d’erba secca della savana si erge un verde faro: è un baobab, amici, e dall’alto della sua chioma osserva lieto la vita della natura scorrere giorno dopo giorno, stagione dopo stagione. Ai suoi piedi si raduna il fiero popolo dei leoni per eleggere il nuovo re; mentre fra le sue radici si fermano a riposare antilopi e zebre dopo una faticosa giornata nella savana, raccontandosi le scene vissute sulle sponde del grande fiume, dove gli animali d’ogni specie si riuniscono per bere … sono proprio questi i luoghi in cui ognuno ha il suo compito da svolgere e lo rispetta”
Il vento cessò un attimo di spirare, per poi riprendere ad accarezzare il viso di Ada da una direzione diversa:
“Ecco, ecco la tramontana dal nord! Le chiome dei fratelli alberi sempreverdi sbucano timide dalla bianca neve che riveste ogni cosa nel lungo inverno. Ogni animale ha tinto il proprio pelo di bianco, per danzare libero assieme ai fiocchi che roteano nel fresco pungente!”
Il vento cambiò direzione e dalle cime degli alberi lì intorno, sciami di samare s’alzarono in volo, brillando della luce del sole e dell’azzurro dei cieli e ricadendo come neve.
“Ecco finalmente dal lontano oriente giungere il respiro del mio figliolo e dei nipotini! Sembrano passati secoli da quando erano polline nella brezza, tanto sottili da far concorrenza alle nuvole. Che bel posto hanno scelto i miei semi per maturare, cadere e germogliare! Vedo tante chiome di alberi sconosciuti e lussureggianti e un lago più vasto e limpido dell’orizzonte. E…”.
Il pioppo aveva smesso di raccontare, con una semplicità tale che sembrava mai avesse incominciato. Il vento era calato e l’albero era tornato immobile, come in ascolto del silenzio.
“Ma come fai a conoscere tutte le lingue di questi luoghi? E poi, non vuoi sapere come stanno i tuoi cari lontani?”
Gli chiese allora Ada
“Hai mostrato lampi di vita di luoghi sconosciuti, per poi bloccarti quando hai incontrato la voce dei tuoi parenti…”.
“Mia cara, la lingua degli alberi è una sola, posso comprendere tutti i miei fratelli alberi! Inoltre, potendo viaggiare senza mai spostarmi, ho presto imparato il piacere dell’attesa… Prima o poi il vento tornerà da me, con altri racconti: non ho fretta. Anche se ne avessi, dovrei pazientare: è solo grazie al vento se posso sentire e vedere molto più lontano di quanto possano fare le tue orecchie, i tuoi occhi o le mie radici. Per quanto riguarda i miei discendenti… voglio loro bene, ma come lo voglio ad ogni altra creatura che popola il mondo. Su questo pianeta, il futuro d’ogni essere vivente è legato a quello di miliardi d’altri sorelle e fratelli terrestri. Ciò non è chiaro quando si vedono e vivono sempre gli stessi luoghi, le stesse persone; ma quando si viaggia, la rete che ci lega tutti quanti appare tanto chiara, e dolce…”.
Il pioppo aveva smesso di cantare, ma Ada decise di restare ancora un po’ in sua compagnia: chissà se il vento gli avrebbe portato ancora qualche fantastica storia di cui prendere nota, sul suo quaderno…

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