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Giornata intensa, tutti presenti, per conoscerci un po' e per iniziare effettivamente il dialogo sul Servizio Civile Nazionale.

La mattinata è stata caratterizzata soprattutto dalla discussione sull'idea di SCN che i ragazzi avevano, sull'identità di gruppo e sul "Che fare".

In sintesi ecco le parole, i concetti, che sono affiorati e messi su carta ...

IDEA DI SERVIZIO CIVILE NAZIONALE

IDENTITA' DI GRUPPO

CHE FARE?

COME FARE?

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Risposte a questa discussione

Ovviamente queste mappe possono essere discusse e, magari, riviste.

Inoltre, in questa sede, sarebbe interessante individuare materiali, testimonianze sulla storia del servizio civile e sul concetto di obiezione di coscienza.

Giornata molto interessante e piena di emozioni. Nella mattinata incontro molto carino e proficuo in cui ciascuno di noi a esternato degli altri le proprie riflessioni e i propri pensieri riguardo l'idea di Servizio Civile Nazionale e sull'identità di gruppo trovando negli altri riscontri positivi.
Nel pomeriggio la progettazione e la realizzazione di un “film- documentario” sull'identità di gruppo ha contribuito ancora di più a formare quell'unità che volevamo descrivere attraverso di esso.

Vorrei condividere ciò che ho imparato sul Servizio Civile Nazione e sulla sua storia:

Storia del Servizio Civile Nazionale

-1861 : viene introdotta la coscrizione obbligatoria
-Anni 40: si verificano i primi due casi di obiettori di coscienza
-1948: Pietro Pinna primo obiettore di coscienza condannato alla reclusione
-1949:l socialista Calossi presenta il primo disegno di legge per il riconoscimento dell'obiezione.
-Inizio anni 60:i primi casi di obiettori cattolici
-Fine anni 60:il numero degli obiettori rimase basso, quasi tutti testimoni di Geova con poche eccezioni, anarchici, nonviolenti, socialisti e pochissimi cattolici;
Molti obiettori finirono in carcere, mentre al Parlamento vennero presentati diversi progetti di legge, dei quali però nessuno venne approvato.
-Dopo il '68:l'obiezione per motivi politici, oltre a quelli etico-religiosi si afferma come mai prima. Cresce il numero dei giovani che sceglievano il carcere al servizio militare: era ormai un problema da risolvere.
-15 dicembre 1972, n. 772 passa la legge che da il diritto all'obiezione e al servizio civile sostitutivo per motivi morali, religiosi e filosofici.                                                                                                                                                  Con questa legge l'obiezione di coscienza non veniva ancora considerata un diritto, ma un beneficio concesso dallo Stato a precise condizioni e conseguenze: la gestione del servizio civile restava nelle mani del Ministero della Difesa. Per anni gli Enti e le Associazioni si sono battute per una modifica della legge e per il pieno riconoscimento del diritto all'obiezione di coscienza.
-Luglio del 1998 giunge all'approvazione della legge 230 che sancisce il pieno riconoscimento giuridico dell'obiezione di coscienza. Con questa ultima legge l'obiezione di coscienza non è più un beneficio concesso dallo Stato, ma diventa un diritto della persona: il Servizio Civile rappresenta un modo alternativo di "servire la patria". I giovani possono scegliere di difendere la Patria, con il servizio militare o con il servizio sostitutivo civile.
-1° gennaio 2000 la gestione del servizio civile sostitutivo del servizio militare passa all'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile.

ciao a tutti, prendendo spunto da Ilaria, vorrei commentare la giornata di venerdì 7 marzo passata in compagnia di Gianmario Bernasconi, con il quale, in qualità di responsabile della vigilanza del Parco Nord, ci ha spiegato in un' interessante chiacchierata all'aria aperta i principali ruoli del servizio di vigilanza e di come questo interagisca con gli utenti del parco.

Io avevo una domanda che da un pò mi girava per la testa, da fruitrice novella del parco, mi chiedevo come mai il parco non avesse un'illuminazione adeguata per la sera. la risposta è stata altrettanto "illuminante".

quella di un non avere lampioni è una scelta del parco nord, per disincentivare la frequentazione del parco di notte, ma forse la scelta fatta è stata anche una decisione per preservare l'autenticità del parco, perché in una città come Milano, dove ormai è difficile vedere il cielo di notte, a Parco Nord si può vedere la luna.

A due settimane dall'inizio di questa nuova avventura, eccomi qui!

Questi primi giorni sono serviti prevalentamente per definire il quadro generale e per capire gli ambiti in cui, noi volontari del Servizio Civile Nazionale, saremo chiamati ad intervenire.

E' stato possibile conoscere più dettagliatamente la struttura organizzativa del Parco Nord, le sue funzioni e il personale che ogni giorno mette a disposizione il proprio lavoro per rendere  questo posto, un luogo speciale.

Abbiamo conosciuto più da vicino le associazioni e le diverse realtà che collaborano direttamente con l'Ente parco e nello specifico con il Servizio Vita del Parco per offrire ai cittadini servizi dal punto di vista sociale, culturale e ricreativo.

si è poi parlato, in diverse occasioni, del significato che oggi possiede il Servizio Civile Nazionale.

Credo che il SCN possa essere visto come una grande opportunità di scambio di valori e di conoscenze, un dare - avere nel quale ciascuno dei volontari può mettere a disposizione degli altri  le proprie esperienze professionali e di vita imparando allo stesso tempo da tutte le persone, professionisti e volontari, che percorrono insieme lo stesso cammino.

Personalemnte penso di poter ottenere molto da questa esperienza. Sono sicuro che i progetti e le attività che verranno realizzati giorno per giorno contribuiranno ad arricchirmi umanamente e anche professionalmente.

Allo stesso tempo metterò a disposizione le mie conoscenze riguardo al Parco Nord e alla funzione fondamentale che esso ricopre all'interno di un'area altamente urbanizzata come quella  milanese. Conoscenze che provengono in parte dai miei più recenti studi universitari ma, soprattutto, dall'aver vissuto il parco sin dalla mia infanzia.

Nato a Milano e residente a Bresso, sono infatti cresciuto all'ombra del Parco Nord, il quale ha sempre rappresentato per me una via di fuga dal caos e dalla frenesia della città.

Il Servizio Civile al Parco Nord Milano dunque si pone per me come una grandissima possibilità per contribuire attivamente a rendere questo posto sempre più fruibile da parte dei cittadini  non solo come sistema verde ma anche come spazio sociale e ricreativo in cui la città interagisce direttamente con l'area naturale protetta.

Su questo tema ho trovato molto interessante il Workshop "Servizi ecosistemici delle foreste urbane" tenutosi presso la Cascina Parco Nord il giorno tredici marzo, promosso dal progetto  EMoNFUr (LIFE+ 10 ENV/IT/399) in cui il dibattito è stato incentrato sul ruolo dei parchi e delle foreste periurbane, sul loro impatto sociale e sui molteplici servizi ecosistemici forniti
dalle aree naturali protette inserite in contesti fortemente urbanizzati.

Una giornata ricca di spunti di riflessione, dove grazie all'intervento di diversi esperti del settore si sono potuti affrontare numerosi temi.

Tra questi la complessa relazione tra spazi urbani ed aree rurali in zone con un alto livello di urbanizzazione, i numerosi benefici per la collettività e per l'ecosistema provienti dalla  realizzazione di foreste e parchi ai confini delle città e il costante problema della mancanza di risorse economiche per il mantenimento di livelli efficienti dei servizi offerti dalle aree
naturali derivante prevalentemente dall'assenza di produzione di reddito di queste ultime.

Proprio questo ultimo aspetto risulta essere molto rilevante e strettamente attuale. Non è infatti semplice per chi governa conciliare le esigenze di riduzione e contenimento della spesa pubblica (soprattutto in questo momento storico) con le necessità di sostenere e fornire servizi sempre più efficienti ai cittadini dal lato sociale ed ambientale.

Dal mio punto di vista la realizzazione di aree naturali protette non può essere considerata esclusivamente dal lato economico e quindi come un costo, ma devono essere presi in considerazione  gli infiniti benefici sociali che a cascata vengono prodotti.

Evidentemente quantificare l'effettivo benessere derivante dalla presenza di questi ecosistemi non è semplice a causa della mancanza di indicatori certi che invece sono utilizzabili per il versante economico.

Credo comunque che, anche se non strettamente misurabile, il valore attribuito dalla collettività alle nostre foreste a ai nostri parchi sia altissimo grazie alle numerose possibilità che questi possono offrire.


Concludo questo primo post con le mie aspettative rispetto all'anno che si presenta davanti.

La mia speranza è quella di scoprire cose nuove ogni giorno.

Voglio stupirmi, coltivare nuove amicizie e relazioni professionali e soprattutto mettermi in gioco!

Ecco il video progettato ed elaborato al termine della giornata di formazione.
Sul tema dell'identità di gruppo.

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