Green leaves

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Vi invito a leggere questo estratto di articolo presentato da Micheal Atchia (Isole Mauritius) alla conferenza per il 200° anniversario darwiniano (Christchurch, 12-15 Febbraio 2009)..

M. Atchia è un membro di Green Leaves (qui si può vedere la sua pagina).

A questo indirizzo è possibile leggere l'estratto in lingua inglese del suo articolo.

Ho chiesto a Micheal di scrivere un articolo in questo sito, ma ancora non lo ha fatto!


Mi sembra interessante l'idea di discutere attorno alla frase "Non fare il Dodo", oppure "Smettila di fare il Dodo".
I titoli sono importanti ... devono essere evocativi!

Mi vengono in mente due considerazioni:
- visto che il Dodo si è estinto in pochissimo tempo (circa 200 anni) - a causa dell'uomo, ma anche a causa di una intrinseca "debolezza" (era diventato troppo grosso e aveva disimparato a volare) - in che modo possiamo non ripetere gli stessi errori con altre specie animali? Domandona da 100 milioni di euro!
- non rischia di fare la stessa fine anche l'uomo? Visto che stiamo diventando anche noi "grassi e incapaci di volare"!

Ovviamente non voglio dare e ricevere risposte e soluzioni a questi due quesiti.
Semplicemente potrebbe essere uno spunto didattico da considerare ed eventualmente adattare alla piccola realtà dei nostri parchi.

Che ne pensate?
Un salutone da Massimo

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Risposte a questa discussione

Ciao penso che anche l'uomo possa fare la fine del Dodo, per le ragioni che evocavi. Il percorso non porterà ad un'iniziale estinzione di massa, prima soccomberanno i popoli nativi, i pochi che ancora sono cacciatori raccoglitori per estinzione delle foreste nelle zone tropicali, poi i nativi dell'artico, poi le popolazioni costiere e dei delta fluviali, etc etc, mentre le popolazioni urbane continuranno a consumare in modo insostenibile, etc etc fino al disastro totale.... Risolvendo il problema dello sviluppo rurale forse eviteremo la crescita ulteriore delle città, che sono i luoghi ecologicamente più insostenibili del pianeta, ma questa tendenza è tutt'ora in corso purtroppo! Leggi "Il pianeta degli slums" di Mike Davis, lettura disperante e istruttiva.
Tutti queste considerazioni per dire che il cambiamento deve nascere da noi che più consumiamo e sporchiamo (e per fortuna questa cosa è in atto) ma che il germne del cambiamento deve diventare anche cultura di massa e non solo di élite...In alcuni Paesi è già così, non in Italia, tanto è vero che si abbassa la soglia degli sgravi fiscali per la resa energetica degli edifici e poi si fa un decreto legge d'urgenza per agevolare nuovi abusi edilizi...anche se "qualcuno" (il solito) ha detto che si fida del senso estetico degli italiani e quindi le cose verranno fatte per benino... :((((
Non so che dire, continuo a fare il mio lavoro ed instillare i germi della cultura che ti dicevo prima ogni volta che posso, ma basterà???? Ciao Teresa
Ciao Teresa e grazie!
Ovviamente non posso che essere d'accordo con te ... purtroppo!
Anche se magari, proprio perchè prima o poi le grandi megalopoli "esploderanno", se qualcuno (qualche gruppo, popolazione, comunità) riuscirà ad chiamarsi fuori (in tutti i sensi) ... forse sopravviverà!

Ma ... lasciamo da parte tutte queste considerazioni!
Visto che tu, io (e tutte le altre persone che si occupano di educazione ambientale in senso lato) abbiamo comunque la determinazione di continuare su questa strada ... continuiamo!

Mi piacerebbe appunto sfruttare questa suggestione del Dodo (senza necessariamente paragonarci direttamente ed esplicitamente a lui) per organizzare un programma didattico comune tra i parchi (o almeno per chi ci sta).
Mi piace l'idea di pungolare i bambini (e non solo) sul fatto che stiamo perdendo delle capacità e a questo dobbiamo rimediare assolutamente.
Ci stiamo dimenticando come si fa a saltare, correre, arrampicarci su di un albero, sporcarci, ... volare.
Visto che il Dodo - in un certo senso - ha pagato caro questa sua "colpevole" dimenticanza. Perchè non iniziare a riprenderci proprio da questo simpatico (?) animale che nessuno ha mai conosciuto?

Che ne dici?
Che ne dite? (rivolto a tutti gli altri che ci leggeranno - spero molti!)
Salutoni
Massimo
Penso che se noi esseri umani "rischiamo di fare la fine del Dodo" è quello che ci meritiamo per aver scelto di scollegarci dalla natura e sfruttarla in modo eccessivo.
Pochi sarebbero in grado di soppravvivere agli effetti di un'eventuale catastrofe ambientale, innescata dalla nostra stessa specie. Senza città, comfort, elettricità...sopravviverebbero solo quelli che non si sono dimenticati come si fa il fuoco a partire da due legnetti...i più adattabili come sembre quando si parla di evoluzione...e non chi ha soldi e potere...
Il meccanismo dell'evoluzione continuerà a funzionare nello stesso modo di sempre, anche con l'homo sapiens...Siamo solo una delle tante specie di passaggio su questa terra...non sappiamo ancora se dureremo poco o molto..Certo, di questo passo....

Annamaria
Ciao .. mi aggiungo adesso a questo gruppo.
Sono anch'io d’acordo con le vostre riflessioni riguardo la fine che si pensa faremo come specie se le cose vanno avanti come adesso.

Massimo, anche se io non posso partecippare direttamente (o forse si…?), mi sembra un’ottima idea quella di lavorare coi bambini nei parchi sulle capacitá perse dalla specie umana, da quando abitiamo sul pianeta.

C’é stato sempre questo fascino per le specie che non siamo riusciti a conoscere, e credo sia uno spunto perfetto per “re-introdurre” i bambini al contatto con la natura e per valorizzare le abbitudini e tradizioni. Nei parchi che ho conosciuto di Lombardia ci sono tante risorse da approffitare in questo senso, per tornare indietro nel tempo e ricordare come si fa a correre, arrampicarsi… vivere nella natura e della natura.
A questo pensavi quando hai iniziato la discussione??

Carolina
Sto curiosando tra le varie sezioni di questo sito, trovo cose decisamente interessanti.
Per quanto riguarda la 'fine del Dodo', mi trovate assolutamente d'accordo sull'opportunità di stimolare i bambini a riscoprire il lato più naturale e selvatico che l'uomo ha perso nel tempo...
Ho a che fare con bambini di questa zona, alto Lago di Como e Bassa Valtellina, ma a volte anche con bambini di Milano.
E' divertente (e a volte sconvolgente) osservare come alcuni siano assolutamente a proprio agio nella natura e sappiano dove e come guardarsi attorno per scoprire qualcosa di interessante, altri invece non osano sedersi sull'erba per paura di sporcarsi i vestiti e fanno una gran fatica a spegnere il videogioco o il cellulare!!
alla prossima
arianna
Devo dire che mi piacerebbe proprio pensare ad un programma didattico condiviso tra più parchi sulle "capacità perse" dalla specie umana.
In prima battuta sarebbe interessante che ognuno di noi raccontasse eventuali episodi "positivi" ai quali ha potuto assistere.
Intendo sia quello che dice Arianna, ovvero quando i bambini sanno "... dove e come guardarsi attorno per scoprire qualcosa di interessante ...", sia gli episodi nei quali emergano gli aspetti "selvaggi" dei bambini stessi. A questo proposito penso alle capacità che qualche piccola peste potrebbe avere "conservato" ... arrampicarsi su di un albero, catturare un animaletto (Ale ... non ti preoccupare!).
A partire da questi più o meno significativi esempi, potremmo arrivare a proporre una serie di esperienze coordinate tra i parchi.
Ad esempio: al Parco del Serio si va in canoa, al Parco di Montevecchia si va a piedi di notte, al Parco Nord si costruisce una grande capanna, in Bassa Valtellina ci si arrampica ...
Insomma ... io non sono mai stato scout ... ma possibile che le cose "pericolose" le possano fare solo loro?
Certo ... per fare queste cose ci vuole forse un salto di qualità ... ma probabilmente non sempre osiamo quanto potremmo (parlo ovviamente per me ... qualcuno potrebbe - lo spero - smentirmi).
Che ne dite?
Ciao!!!

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