Il blog del Coniglio Timoti

Il Parco Nord in visita al reparto pediatrico dell'Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo

buongiorno a tutti siamo Mino e Simone le nuove braccia del servizio civile.

Ci avviamo per il nostro primo incontro con gli amici del Bassini, entusiasti di incominciare questo percorso.


Arrivati ci accoglie la maestra Lucia e tutti i ragazzi.

Dopo le presentazioni Lucia racconta la storia sua e di Serafino.

Eccola qua sapientemente resa una fiaba da simone:

 

Altro che somaro! Il biblioasino e la bimba

C’era una volta, in una fattoria lontana lontana dalla città, un bell’asinello di nome Serafino.
Serafino era un bravo animale: aiutava sempre il suo umano, il contadino Joe, a sbrigare i mille lavori che c’erano da fare in campagna per poter vivere dei frutti offerti dalla terra, ringraziandola per la grande gentilezza rispettando la delicatezza dei suoi equilibri.
Il nostro asinello si trovava molto bene alla fattoria, nella sua piccola casetta posta nel giardino: una stanza tutta per sé, dove potersi riposare dopo le lunghe giornate di lavoro e passar le notti a vedere le stelle in cielo, nelle sere di festa.
Era una vita semplice la sua, ma felice.
Passavano gli anni e Serafino cresceva, sano e forte; ma c’era qualcosa che rendeva leggermente tristi i suoi dolci occhioni neri neri.
Amava la tranquilla vita nella sua fattoria ed era tanto affezionato ai luoghi in cui era nato, dove aveva mosso i primi passi, e a chi aveva badato a lui quando era un piccolo asinello; ma più gli capitava di guardare le molte stelle che abitavano quelle notti mai disturbate dalle luci delle grandi città, più sognava: sognava di viaggiare, e scoprire cosa ci fosse al di là della sua piccola casetta, al di là di quei cari campi, nel mondo.
Si chiedeva quali altre creature abitassero questo mondo di cui aveva soltanto sentito parlare, qualche volta; e se vedevano tutte lo stesso cielo, o se invece la terra era tanto sconfinata da raggiungere anche le stelle più lontane, quelle che lui non riusciva a vedere.
Serafino immaginava meraviglie oltre l’orizzonte, ben più in là di quanto il suo sguardo potesse mai arrivare, affacciandosi oltre il recinto della sua casetta; ma in fondo era ancora un timidone, abituato alla quieta vita di campagna, lontano dalla confusione del mondo e delle genti che lo abitavano.
L’idea di partire da solo un po’ lo spaventava.
Intanto, macchine sempre nuove e sempre più elaborate erano arrivate anche in campagna, spezzando la quieta quotidianità della vita di fattoria: esse lavoravano senza mai stancarsi, molto più a lungo di quanto potesse fare anche un gran lavoratore come Serafino.
Così il contadino Joe sempre più spesso lo lasciava riposare solo soletto nella sua stanzetta e il nostro asinello decise di sfruttare questo tempo libero per leggere e cominciare a conoscere meglio il mondo, pur con gli occhi dei suoi scrittori preferiti.
Racconti di luoghi bellissimi lo incantarono, storielle buffe e divertenti lo fecero ridere di cuore e le descrizioni degli altri abitanti del pianeta incuriosire sempre più: doveva assolutamente scoprire coi propri occhi questo mondo; chissà quante cose fantastiche lo attendevano, oltre quel recinto! Ma per partire desiderava tanto un compagno di viaggio… E dunque aspettava, paziente, che un giorno le stelle mandassero da lui un amico fidato con cui poter partire: non poteva certo chiedere al buon vecchio Joe, qualcuno doveva pur badare alla fattoria!

Infine, un giorno come tanti altri, giunse in visita alla fattoria una bimba dai capelli rossi e dal bianco sorriso sempre stampato in viso: “Ciao! Il mio nome è Lucy, piacere di conoscerti!!”- disse la bimba affacciandosi al recinto dell’asinello con gli occhi che le brillavano per la curiosità- “Tu come ti chiami?”- gli chiese poi, con la sua dolce voce di bambina.
Quel timidone di Serafino però, che non aveva mai parlato con nessun umano se non col suo Joe, non riuscì a rispondere alla domanda; il suo bel musetto allungato diventò tutto rosso rosso e il nostro amico andò ad accucciarsi in un angolino della sua cameretta.
La piccola Lucy, vedendolo arrossire, rise come solo un bimbo sa fare e, rispettando la timidezza dell’asino rimase a guardarlo per un po’ seduta sul legno del recinto, tutta contenta; fino a quando il sole iniziò a farsi più scuro e a scendere verso l’orizzonte: la sera stava arrivando e per la bimba giunse il momento di tornare al calduccio della propria casetta.
“Chissà chi era quella strana esserina”- si chiese infine Serafino, poco prima di addormentarsi nel suo caldo letto di paglia.
Ancora non lo sapeva, ma aveva appena trovato la sua compagna di viaggio.
I giorni successivi la bimba venne sempre a trovarlo dopo la scuola: arrivava quando il cielo era ancora azzurro ed il sole alto nel cielo, e se ne andava quando tutto si pitturava d’un intenso arancione.
Non avevano bisogno di parlare, i due si comprendevano anche senza scambiare parole ed erano felici per il semplice fatto di vedersi: “Chissà se è questa l’amicizia”- si domandava ogni giorno Serafino, quando un clacson interrompeva il silenzio della campagna e Lucy correva via, verso la sua mamma.
Per una settimana Lucy mancò, e l’asinello ne fu molto triste: “Perché non viene più a trovarmi?”- si chiedeva mogio mogio Serafino- “Forse non mi vuole più?”.
Anche il contadino Joe, vedendo che il suo amico mangiava pochino, era preoccupato; ma ormai sempre più spesso doveva recarsi in città, per vendere al mercato i suoi prodotti, ed i due si vedevano raramente. Per fortuna, prestò la bimba tornò: Serafino ne sentì la risata ancor prima di vederne le rosse trecce e subito drizzò le lunghe orecchie, tutto contento. “Serafino!”- disse felice la bambina- “mi sei mancato tanto tanto”.
Ma, come al solito, si fermò davanti al recinto, per non spaventare il timido asinello. Incredibilmente, fu lui stesso a farle cenno di entrare ed accomodarsi nella sua stanzetta.
“Scusami se non ti sono venuta a trovare, ho avuto tanta febbre!”- disse la bimba, con le guance ancora leggermente pallide- “ma finalmente ora posso abbracciarti”- gridò tutta contenta, stringendolo dolcemente al collo ed accarezzandogli affettuosamente il morbido pelo che come una coperta lo copriva tutto quanto.
“Che buon profumo che ha”- pensò Lucy, sospirando tranquilla- “sa di vita all’aria aperta!”.
Quel giorno stettero tutto il tempo sdraiati uno accanto all’altra sulla fresca terra, guardando le buffe nuvolette che passavano come barchette sul cielo limpido come il mare.
Lucy disse di venire dalla città che c’era al di là della collina e raccontò all’asinello della sua bella casetta e dei suoi simpatici amici.
“Ti piacerebbero molto, lo sai? Potremmo divertirci un mondo tutti assieme!”.
Dopo quel giorno e quei racconti, Serafino si era deciso: ora sapeva cosa desiderava fare da grande.
Quando si rincontrarono, la volta successiva, serafino attendeva la piccola Lucy all’ingresso del suo bel recinto: tutto era stato messo in ordine e in groppa all’asinello c’erano due valigie cariche delle sue cose, un po’ di fieno e tutti i suoi libri.
Anche stavolta uno sguardo fra i due amici disse più di mille parole, Lucy intuì subito la decisione del suo amico asinello e sorridendogli scherzò, dicendo: “Come sei buffo Serafino! Con un paio di occhiali su sembreresti il bibliotecario della mia scuola!!”- e corse ad abbracciarlo.

I due assieme andarono a salutare il contadino Joe, che stava sistemando il fienile.
Joe era dispiaciuto nel vedere il suo asino andarsene, ma fu tanto orgoglioso nel salutare quel piccolo asinello che tanto si era fatto grande e coraggioso: così lo lasciò partire, augurandogli buona fortuna ed donandogli una bella carota arancione.
Serafino ne era goloso, e quella era la carotona più grossa che avesse mai visto! Si girò verso il suo umano e lo leccò tutto in viso, come a volergli dare un bacino d’addio.
Poi piano piano aiutò l’amica a salirgli in groppa, fra i suoi libri, ed i due s’incamminarono fischiettando, tutti contenti, verso la grande città oltre la collina.
L’ambiente cittadino era diversissimo rispetto a quello di campagna conosciuto dal nostro Serafino: tanti umani, molto chiasso, torri grigie al posto dei verdi alberi e un fumo puzzolente che usciva da strani animali a quattro ruote usati dalle persone per spostarsi più velocemente… il nostro amico asinello non era pronto a tutto questo.
Per fortuna, casa di Lucy non era molto lontana dalla fermata degli autobus; ma quando ci arrivò… altra sorpresa! A quanto sembrava, Lucy viveva in uno fra i tanti alberi grigi che erano cresciuti in quello strano luogo: la sua cameretta era chiusa al suo interno, e solo una finestra dava modo di vedere il mondo esterno; era piccina, piena di giochi e vestiti, e non vi era paglia su cui dormire… solo uno strano letto a quattro zampe, che era però troppo stretto per il suo corpo di asino adulto.
E quando tornò la mamma di Lucy: cavoletti se rimase sorpresa! Poi gonfiò le guance, divento più rossa dei capelli di sua figlia e la rimproverò per aver portato a casa un asino senza avvisarla.
“Ma mamma, lui è mio amico!”- diceva Lucy fra le lacrime- “Vedrai, è buonissimo, non darà alcun fastidio!”.
E in effetti, presto Serafino e mamma Cloe fecero amicizia.
A quanto pare però gli asinelli non potevano dormire nelle camerette degli umani e così Lucy e la mamma lo portarono da un amico di famiglia che aveva una bellissima stalla tutta nuova, appena fuori città.
Qui c’era tutto quello che un asino potesse desiderare: fieno a volontà, morbida paglia per pisolare, e persino un tavolino dove potersi sedere a leggere in tranquillità.
“Non temere Serafino, ti porterò una montagna di libri!”- gli disse Lucy salutandolo.
Ma più passavano i giorni e più la bimba vedeva il suo amico triste, così gli domandò: “Ti manca casa tua?”.
No, non era quello: Serafino era contento di aver seguito la sua amica, ma… la città non gli piaceva.
I suoi suoni lo tenevano sveglio la notte, le sue luci e le sue piante di cemento non gli permettevano di vedere le stelle: era altro ciò che aveva sognato Serafino, voleva viaggiare e vedere posti nuovi.
Certo, li in città aveva fatto tante amicizie: i compagni di Lucy andavano sempre a trovarlo dopo la scuola e rimanevano con lui a farsi leggere favole e giocare con la palla, nelle belle giornate di sole.
Lo chiamavano tutti affettuosamente Maestro Asinello, era molto felice di questo nome e gli piaceva passare il tempo coi bambini, però…
Lucy, da cara amica qual era, aveva imparato a conoscere molto bene Serafino; e così, una volta cresciuta un po’, venne a trovarlo con una proposta: “Partiamo io e te Serafino!”.
L’asinello, che si era appena svegliato, credette di star ancora sognando: così sbadigliò e si girò dall’altra parte, mettendosi la coda davanti al muso per coprirsi dalla luce del sole.
“Sveglia dormiglioneee”- lo scosse allora Lucy ridendo- Andiamo!!”.
E così, di nuovo, i due amici partirono all’avventura; ma anche questa volta non partirono soli: con sé portarono tutti i libri che poterono, per vivere fantastiche avventure anche nei momenti di riposo.
Presto si sparse la voce di un biblioasino che si spostava, di città in città, con la sua umana dalle trecce rosse per raccontare favole sulla campagna e leggere libricini sulla natura ai bambini delle città.
Abituati alla vita cittadina, i bimbi ne furono felicissimi e spesso chiedevano in prestito qualche libro a Serafino, per poter imparare di più sulla natura che viveva oltre le città degli uomini.
Ogni volta i due amici se ne andavano, promettendo a tutti che sarebbero tornati, per raccontare altre storie e portarli a fare un giro in campagna.
Non potevano fermarsi da nessuna parte, nemmeno se vi trovavano amici: dovevano continuare la propria avventura, insieme.
Finché un giorno non si fermarono a riposare in una verde radura, dove l’erba era alta e profumata, l’aria pulita e gli unici suoni che si sentivano erano il canto degli uccellini, il fruscio delle foglie mosse dalla brezza, lo scorrere del ruscello lì vicino…
Il luogo era tanto bello che i due amici non si accorsero del trascorrere del tempo, così che quando calò la sera loro non erano ancora pronti per ripartire: allora tirarono fuori una tenda, accesero un bel fuocherello e si prepararono a passar lì la notte; ma avevano riposato tutto il pomeriggio, così decisero di andare a letto tardi e rimaner svegli a vedere il cielo stellato.
Era molto tempo che Serafino non ne vedeva uno così limpido… Lucy dopo un po’ crollò per il sonno, ma non l’asinello, che rimase sveglio tutta notte col muso all’insù, a pensare: come potevano i bimbi imparare ad amare le meraviglie del mondo e rispettarle, se non stavano mai a contatto con la natura e non vedevano le stelle?
Quella notte a Serafino venne un’idea… Il mattino dopo Lucy quasi si spaventò: “Ma come!!”- disse tutta sorpresa- “è piena estate, eppure mi sono ritrovata ancora a scuola! Che brutto incubo!!”.
Poi però si guardò attorno e presto si calmò: “Però dai, non fa così tanta paura al riparo di tutti questi alberi… in fondo è bello imparare cose nuove, è solo che i compiti e i maestri e la classe tutta buia buia… brrrr!”- pensò a voce alta, rabbrividendo pensando ai compiti estivi.
Lucy non stava sognando, come presto si rese conto: Serafino aveva lavorato sodo per costruire un piccolo edificio coi rami trovati per terra e, sul tetto, aveva appeso con una cordicina di foglie un cartello con la scritta, un po’ pasticciata (provate voi a scrivere senza dita!), “SCUOLA NEL BOSCO”.
Ora era dentro, a sistemare con cura tutti i suoi libri.
“Serafino!”-lo chiamò Lucy, correndogli incontro- “che hai combinato?”.
Una scuola nella natura, per imparare illuminati dalla luce del sole stesi su un prato piuttosto che seduti dietro ad uno scomodo banco imprigionati per ore ed ore dentro quattro sporche mura: non ci sarebbe state interrogazioni, né verifiche a sorpresa! E con i libri del biblioasino a disposizione di tutti, ognuno poteva approfondire soprattutto quel che lo appassionava ed incuriosiva di più; all’aperto si imparava anche a fare ed osservare e domandare, non solo a studiare e ripetere quanto detto dalla maestra.
“Oh amico mio, sei un mago!”- gli disse Lucy dopo aver capito le intenzioni dell’amico, dandogli un bacino sul naso- “imparare ora sarà molto più divertente!!”.
La nuova scuola del Maestro Asinello ebbe presto un grande successo: tanti genitori portarono lì i propri figli per l’estate, e settembre quasi tutti tornarono lì per iniziare il nuovo anno di scuola. I bimbi erano curiosi di imparare, soprattutto quanto riguardava la natura, che loro davano per scontata ma che in realtà, così gli aveva detto il maestro, era tanto fragile e aveva bisogno di cura: per una volta, anche i genitori e gli altri adulti ebbero di che imparare dai più giovani.
Anche a Lucy sarebbe piaciuto andare a scuola lì, ma i suoi genitori vivevano lontani e le mancavano: “Serafino, io devo tornare da mamma e papà…”- gli disse l’amica, ormai non più tanto bimba, un giorno con voce bassa- “chissà come sono in pensiero per me!”.
E, promettendogli che sarebbe tornata a trovarlo e che sarebbero sempre stati amici, anche se lontani, se ne andò, sorridente come l’aveva sempre vista nonostante quel po’ di nostalgia nel cuore.
Non chiese mai a Serafino di seguirlo con lei in città: sapeva che quello era il luogo perfetto per il suo amico asinello; quando si vuol davvero bene a qualcuno, si desidera la sua felicità, anche a costo di non farne sempre parte.
Serafino questo lo aveva capito bene e ne fu sempre grato all’amica.
Quanto alla loro amicizia, non terminò certo con la lontananza: Serafino era presto divenuto amico di tutti gli animaletti del bosco e spesso un uccellino gli faceva il grande favore di consegnare a Lucy le lettere che scriveva per lei; e, quando la bimba fu ormai cresciuta, tornò alla scuola del suo grande amico per diventare anche lei una maestra, la migliore del mondo! E vissero, per sempre, felici e contenti.

No Comments :(