Le storie degli alberi http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/index.php 2019-04-07T19:03:23Z Joomla! 1.5 - Open Source Content Management L'olmo 2010-10-04T11:19:07Z 2010-10-04T11:19:07Z http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/index.php?option=com_content&view=article&id=662:lolmo&catid=61:le-storie-degli-alberi&Itemid=230 Teleparconord ursomassimo@yahoo.it <div><img src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/olmo.jpg" width="200" height="159" alt="olmo" style="float: right;" /></div> <div>Guglielmo e Cornelio erano i due fratelli più litigiosi della contea.</div> <div>Bisticciavano sempre per ogni sciocchezza e li si sentiva urlare, mentre si azzuffavano, per tutta la valle.</div> <div></div> <div>Quel giorno stavano litigando per delle prugne che avevano trovato lungo il sentiero.</div> <div></div> <div>Tra una zuffa e l’altra i due bambini si fermarono a discutere davanti ad un grande Olmo.</div> <div>La pianta sentendoli urlare tanto per una sciocchezza s’infastidì.</div> <div></div> <div>Così senza perdere altro tempo, fece cadere i due litiganti in un sonno profondo.</div> <div></div> <div>Infatti, uno dei poteri delle piante di Olmo è quello di influenzare i sogni delle persone.</div> <div></div> <div></div> <div>Guglielmo e Cornelio, caddero a terra addormentati e l’Olmo inviò a loro dei sogni.</div> <div>Ognuno sognò la propria vita senza il fratello.</div> <div>Una vita triste, senza allegria e senza risate.</div> <div></div> <div></div> <div>Quando si svegliarono i due si fissarono negli occhi e poi si abbracciarono.</div> <div>Avevano capito che avere un fratello è una cosa davvero preziosa.</div> <div></div> <div></div> <div>Si allontanarono tenendosi per mano e mangiando le prugne che si erano divisi equamente.</div> <div></div> <p> </p> <div><img src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/olmo.jpg" width="200" height="159" alt="olmo" style="float: right;" /></div> <div>Guglielmo e Cornelio erano i due fratelli più litigiosi della contea.</div> <div>Bisticciavano sempre per ogni sciocchezza e li si sentiva urlare, mentre si azzuffavano, per tutta la valle.</div> <div></div> <div>Quel giorno stavano litigando per delle prugne che avevano trovato lungo il sentiero.</div> <div></div> <div>Tra una zuffa e l’altra i due bambini si fermarono a discutere davanti ad un grande Olmo.</div> <div>La pianta sentendoli urlare tanto per una sciocchezza s’infastidì.</div> <div></div> <div>Così senza perdere altro tempo, fece cadere i due litiganti in un sonno profondo.</div> <div></div> <div>Infatti, uno dei poteri delle piante di Olmo è quello di influenzare i sogni delle persone.</div> <div></div> <div></div> <div>Guglielmo e Cornelio, caddero a terra addormentati e l’Olmo inviò a loro dei sogni.</div> <div>Ognuno sognò la propria vita senza il fratello.</div> <div>Una vita triste, senza allegria e senza risate.</div> <div></div> <div></div> <div>Quando si svegliarono i due si fissarono negli occhi e poi si abbracciarono.</div> <div>Avevano capito che avere un fratello è una cosa davvero preziosa.</div> <div></div> <div></div> <div>Si allontanarono tenendosi per mano e mangiando le prugne che si erano divisi equamente.</div> <div></div> <p> </p> Il biancospino 2010-10-04T11:18:39Z 2010-10-04T11:18:39Z http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/index.php?option=com_content&view=article&id=661:il-biancospino&catid=61:le-storie-degli-alberi&Itemid=230 Teleparconord ursomassimo@yahoo.it <div><img style="float: right;" alt="biancospino" height="173" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/biancospino.jpg" /></div> <div>C’era molto tempo fa un alberello che si sentiva solo e inutile.</div> <div>Gli esseri umani lo evitavano, perché le sue spine erano affilate ed i suoi rami fitti e contorti.</div> <div>Quella solitudine lo aveva reso timido ed insicuro di sè.</div> <div></div> <div>Successe un giorno che le fate del bosco, a causa di un incantesimo malvagio, decisero di rapire tutti i bambini del villaggio degli uomini.</div> <div>Quando gli abitanti lo scoprirono, cominciarono a disperarsi.</div> <div>Infatti, nulla può un semplice essere umano contro la magia degli esseri fatati.</div> <div></div> <div>Fu proprio in qui giorni, che un vecchio saggio consigliò agli uomini di andare nella foresta e di cercare qualche cosa che potesse tenere lontano le fate, almeno finché l’incantesimo malefico, che le aveva colpite, non fosse svanito.</div> <div></div> <div>Così un gruppo s’inoltrò nel fitto della foresta come aveva detto il saggio.</div> <div>Lì, nascosto e un po’ isolato trovarono il Biancospino, con i sui rami nodosi e le sue spine acuminate.</div> <div>Senza esitare tagliarono dei rami dalla pianta e li portarono al villaggio.</div> <div></div> <div>Grazie a quel groviglio di rami, gli abitanti crearono una barriera invalicabile.</div> <div>Quando le fate giunsero ai limiti del villaggio, non solo non riuscirono ad entrare ma, pungendosi con i rami del biancospino, rinsavirono liberandosi così dall’incantesimo.</div> <div></div> <div>Finalmente, umani e fate poterono riprendere a vivere serenamente in armonia.</div> <div></div> <div>E il Biancospino?</div> <div>Non solo non si senti più inutile e solo, ma la sua timidezza scomparve e da allora è circondato da moltissimi amici.</div> <p> </p> <div><img style="float: right;" alt="biancospino" height="173" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/biancospino.jpg" /></div> <div>C’era molto tempo fa un alberello che si sentiva solo e inutile.</div> <div>Gli esseri umani lo evitavano, perché le sue spine erano affilate ed i suoi rami fitti e contorti.</div> <div>Quella solitudine lo aveva reso timido ed insicuro di sè.</div> <div></div> <div>Successe un giorno che le fate del bosco, a causa di un incantesimo malvagio, decisero di rapire tutti i bambini del villaggio degli uomini.</div> <div>Quando gli abitanti lo scoprirono, cominciarono a disperarsi.</div> <div>Infatti, nulla può un semplice essere umano contro la magia degli esseri fatati.</div> <div></div> <div>Fu proprio in qui giorni, che un vecchio saggio consigliò agli uomini di andare nella foresta e di cercare qualche cosa che potesse tenere lontano le fate, almeno finché l’incantesimo malefico, che le aveva colpite, non fosse svanito.</div> <div></div> <div>Così un gruppo s’inoltrò nel fitto della foresta come aveva detto il saggio.</div> <div>Lì, nascosto e un po’ isolato trovarono il Biancospino, con i sui rami nodosi e le sue spine acuminate.</div> <div>Senza esitare tagliarono dei rami dalla pianta e li portarono al villaggio.</div> <div></div> <div>Grazie a quel groviglio di rami, gli abitanti crearono una barriera invalicabile.</div> <div>Quando le fate giunsero ai limiti del villaggio, non solo non riuscirono ad entrare ma, pungendosi con i rami del biancospino, rinsavirono liberandosi così dall’incantesimo.</div> <div></div> <div>Finalmente, umani e fate poterono riprendere a vivere serenamente in armonia.</div> <div></div> <div>E il Biancospino?</div> <div>Non solo non si senti più inutile e solo, ma la sua timidezza scomparve e da allora è circondato da moltissimi amici.</div> <p> </p> L'ontano 2010-10-04T11:18:08Z 2010-10-04T11:18:08Z http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/index.php?option=com_content&view=article&id=660:lontano&catid=61:le-storie-degli-alberi&Itemid=230 Teleparconord ursomassimo@yahoo.it <p><img style="float: right;" alt="ontano" height="203" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/ontano.jpg" /></p> <p>Era da moltissimo tempo che dormiva, probabilmente anni.<br />Nessuno da lunghi lustri aveva più avuto bisogno di lui perciò si era assopito dimenticato da tutti.</p> <p>Un pomeriggio di sole però, si risvegliò al suono triste di un bambino che piangeva.<br />Ci vollero alcuni attimi prima che si rendesse conto di ciò che stava accadendo.<br />Lentamente si sollevò ed osservò quel visino rigato dalle lacrime.</p> <p>Era passato infinito tempo, dall’ultima volta che si era messo a parlare con un essere umano… era fuori allenamento.<br />Nella speranza di non spaventarlo si schiarì la voce dicendo:</p> <p style="padding-left: 30px;">"Hem hem… perché sei così triste?"</p> <p>domandò preoccupato ed incuriosito.</p> <p>Il piccolo alzò il volto sorpreso e fissò il vuoto cercando di scorgere, nella polverosa soffiata, da dove provenisse la voce.</p> <p style="padding-left: 30px;">"Sono qui sul tavolo… non ti spaventare sono buono non ti farò del male"</p> <p>mormorò temendo che scappasse.</p> <p>Con sua piacevole sorpresa il bambino si mosse verso il vecchio tavolo di ferro arrugginito.</p> <p style="padding-left: 30px;">"Chi sei domandò incuriosito?"<br />"Io sono un foglio, un foglio ricavato da un albero di Ontano"</p> <p>rispose e poi chiese:</p> <p style="padding-left: 30px;">"Cosa ti ha fatto piangere?"<br />"A scuola i miei compagni di classe mi scherzano… loro sanno fare degli aerei di carta molto belli, mentre io non sono capace"</p> <p>disse il piccolo riprendendo a piangere disperato.</p> <p>Il foglio sorrise tra se, aveva già la soluzione al suo problema… d’altronde non era un foglio magico per nulla.</p> <p style="padding-left: 30px;">"Prendimi in mano e segui le mie istruzioni"</p> <p>disse deciso.</p> <p style="padding-left: 30px;">"Ora piegami a metà poi il lato destro in obliquo e cosi anche il sinistro… perfetto"</p> <p>concluse soddisfatto del lavoro.</p> <p>Ora era un magnifico aeroplano di carta.</p> <p>Quando il giorno seguente Paolo, questo era il suo nome, portò con sè a scuola il foglio piegato tutti si sorpresero quando iniziò a librarsi  leggero e soave nel cielo.<br />Tutti i compagni di classe gli fecero i complimenti e non si permisero più di prenderlo in giro.</p> <p>Da quella volta Paolo ed il foglio di ontano divennero grandi amici e tutte le volte che il tempo lo permetteva, il foglio si piegava ad aeroplano e volava leggero per la gioia di Paolo e di tutti i suoi compagni di scuola.</p> <p><img style="float: right;" alt="ontano" height="203" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/ontano.jpg" /></p> <p>Era da moltissimo tempo che dormiva, probabilmente anni.<br />Nessuno da lunghi lustri aveva più avuto bisogno di lui perciò si era assopito dimenticato da tutti.</p> <p>Un pomeriggio di sole però, si risvegliò al suono triste di un bambino che piangeva.<br />Ci vollero alcuni attimi prima che si rendesse conto di ciò che stava accadendo.<br />Lentamente si sollevò ed osservò quel visino rigato dalle lacrime.</p> <p>Era passato infinito tempo, dall’ultima volta che si era messo a parlare con un essere umano… era fuori allenamento.<br />Nella speranza di non spaventarlo si schiarì la voce dicendo:</p> <p style="padding-left: 30px;">"Hem hem… perché sei così triste?"</p> <p>domandò preoccupato ed incuriosito.</p> <p>Il piccolo alzò il volto sorpreso e fissò il vuoto cercando di scorgere, nella polverosa soffiata, da dove provenisse la voce.</p> <p style="padding-left: 30px;">"Sono qui sul tavolo… non ti spaventare sono buono non ti farò del male"</p> <p>mormorò temendo che scappasse.</p> <p>Con sua piacevole sorpresa il bambino si mosse verso il vecchio tavolo di ferro arrugginito.</p> <p style="padding-left: 30px;">"Chi sei domandò incuriosito?"<br />"Io sono un foglio, un foglio ricavato da un albero di Ontano"</p> <p>rispose e poi chiese:</p> <p style="padding-left: 30px;">"Cosa ti ha fatto piangere?"<br />"A scuola i miei compagni di classe mi scherzano… loro sanno fare degli aerei di carta molto belli, mentre io non sono capace"</p> <p>disse il piccolo riprendendo a piangere disperato.</p> <p>Il foglio sorrise tra se, aveva già la soluzione al suo problema… d’altronde non era un foglio magico per nulla.</p> <p style="padding-left: 30px;">"Prendimi in mano e segui le mie istruzioni"</p> <p>disse deciso.</p> <p style="padding-left: 30px;">"Ora piegami a metà poi il lato destro in obliquo e cosi anche il sinistro… perfetto"</p> <p>concluse soddisfatto del lavoro.</p> <p>Ora era un magnifico aeroplano di carta.</p> <p>Quando il giorno seguente Paolo, questo era il suo nome, portò con sè a scuola il foglio piegato tutti si sorpresero quando iniziò a librarsi  leggero e soave nel cielo.<br />Tutti i compagni di classe gli fecero i complimenti e non si permisero più di prenderlo in giro.</p> <p>Da quella volta Paolo ed il foglio di ontano divennero grandi amici e tutte le volte che il tempo lo permetteva, il foglio si piegava ad aeroplano e volava leggero per la gioia di Paolo e di tutti i suoi compagni di scuola.</p> Il frassino 2010-10-04T11:17:35Z 2010-10-04T11:17:35Z http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/index.php?option=com_content&view=article&id=659:il-frassino&catid=61:le-storie-degli-alberi&Itemid=230 Teleparconord ursomassimo@yahoo.it <div><img style="float: right;" alt="frassino" height="141" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/frassino.jpg" /></div> <div>C’era un vecchio Frassino sul limitare ultimo del piccolo bosco.</div> <div>Tutti i bambini che abitavano nei dintorni lo conoscevano e ci andavano spesso a giocare.</div> <div></div> <div>La particolarità di quel Frassino stava nel suo grande tronco, che era spaccato in due.</div> <div>Il passatempo preferito di tutti i bambini era quello di passarci in mezzo.</div> <div>Quel grosso taglio sembrava giusto una porta.</div> <div></div> <div>Solo a Kristian venne in mente che se c’era una porta doveva, senza ombra di dubbio, esserci una chiave per aprirla.</div> <div>Così un giorno sull’imbrunire, quando tutti i suoi amici se ne furono andati a casa, si mise seduto ad osservare in silenzio il vecchio albero.</div> <div>Lo osservò per svariati istanti poi, come colto da un’illuminazione, si alzò di colpo e corse a raccogliere uno dei piccoli semi che giacevano vicino alle sue radici.</div> <div></div> <div>Quel piccolo seme assomigliava proprio ad una chiave!</div> <div>Con trepidazione, stringendo forte il semino nelle mani, si portò davanti alla grande spaccatura del tronco.</div> <div></div> <div>Chiudendo gli occhi, fece un passo in avanti, attraversando quella strana fessura.</div> <div>Un sospiro e piano riaprì gli occhi.</div> <div></div> <div>Quello che gli si parò davanti era incredibile.</div> <div>Lì, dove pochi istanti prima c’era solo il solito paesaggio, ora c’era un mondo diverso.</div> <div>Un mondo nuovo, pieno zeppo di colori e di animali strani, tutto per se e tutto da esplorare!</div> <div>Kristian sorrise felice.</div> <div></div> <div>Il Frassino offriva le sue chiavi, per innumerevoli mondi a tutti, ma solo pochi le riuscivano a riconoscere e usare… Kristian era uno di quei pochi.</div> <div></div> <p> </p> <div><img style="float: right;" alt="frassino" height="141" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/frassino.jpg" /></div> <div>C’era un vecchio Frassino sul limitare ultimo del piccolo bosco.</div> <div>Tutti i bambini che abitavano nei dintorni lo conoscevano e ci andavano spesso a giocare.</div> <div></div> <div>La particolarità di quel Frassino stava nel suo grande tronco, che era spaccato in due.</div> <div>Il passatempo preferito di tutti i bambini era quello di passarci in mezzo.</div> <div>Quel grosso taglio sembrava giusto una porta.</div> <div></div> <div>Solo a Kristian venne in mente che se c’era una porta doveva, senza ombra di dubbio, esserci una chiave per aprirla.</div> <div>Così un giorno sull’imbrunire, quando tutti i suoi amici se ne furono andati a casa, si mise seduto ad osservare in silenzio il vecchio albero.</div> <div>Lo osservò per svariati istanti poi, come colto da un’illuminazione, si alzò di colpo e corse a raccogliere uno dei piccoli semi che giacevano vicino alle sue radici.</div> <div></div> <div>Quel piccolo seme assomigliava proprio ad una chiave!</div> <div>Con trepidazione, stringendo forte il semino nelle mani, si portò davanti alla grande spaccatura del tronco.</div> <div></div> <div>Chiudendo gli occhi, fece un passo in avanti, attraversando quella strana fessura.</div> <div>Un sospiro e piano riaprì gli occhi.</div> <div></div> <div>Quello che gli si parò davanti era incredibile.</div> <div>Lì, dove pochi istanti prima c’era solo il solito paesaggio, ora c’era un mondo diverso.</div> <div>Un mondo nuovo, pieno zeppo di colori e di animali strani, tutto per se e tutto da esplorare!</div> <div>Kristian sorrise felice.</div> <div></div> <div>Il Frassino offriva le sue chiavi, per innumerevoli mondi a tutti, ma solo pochi le riuscivano a riconoscere e usare… Kristian era uno di quei pochi.</div> <div></div> <p> </p> Il pioppo 2010-10-04T11:17:04Z 2010-10-04T11:17:04Z http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/index.php?option=com_content&view=article&id=658:il-pioppo&catid=61:le-storie-degli-alberi&Itemid=230 Teleparconord ursomassimo@yahoo.it <div><img style="float: right;" alt="pioppo-nero" height="168" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/pioppo-nero.jpg" /><img style="float: right;" alt="pioppo-bianco" height="201" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/pioppo-bianco.jpg" /></div> <div>Il canto del grande Pioppo risuonava chiaro e melodioso nel silenzio del villaggio.</div> <div>Il vento era tornato e il grande albero scosso da esso aveva ripreso a cantare la sua melodia.</div> <div>Gli abitanti erano tutti muti e ascoltavano con trepidazione la fine della stupenda canzone.</div> <div>Era il soffio morbido del vento che, passando tra i delicati rami del Pioppo, produceva quelle splendide melodie.</div> <div></div> <div>Era un albero davvero speciale!</div> <div>Adorava cantare alla gente del villaggio le canzoni che, il vento venuto da lontano, gli suggeriva.</div> <div>Tuttavia, quel soffio delicato spesse volte rimaneva assente anche per lunghi periodi e il povero Pioppo non poteva cantare.</div> <div></div> <div>Alla gente che passando di lì lo interrogava, chiedendogli se quella mancanza di rispetto del vento, che veniva ed andava come gli pareva, non lo infastidisse, lui rispondeva sempre placido:</div> <div></div> <div style="padding-left: 30px;">"Io resto qui ed aspetto… prima o poi lui torna sempre da me"</div> <div></div> <div>E le persone si sorprendevano sempre, di quelle sue risposte pacate e tranquille.</div> <div></div> <div>Però solo il Pioppo sapeva la verità.</div> <div>Il vento era costretto ad assentarsi perché, solo così, viaggiando in lungo e in largo per il mondo, riusciva a scoprire nuove melodie da fargli cantare.</div> <div>Per questo lui rimaneva sempre ad attenderlo, certo che sarebbe tornato, con nuove canzoni ancora più belle delle precedenti, da intonare insieme a lui.</div> <div><img style="float: right;" alt="pioppo-nero" height="168" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/pioppo-nero.jpg" /><img style="float: right;" alt="pioppo-bianco" height="201" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/pioppo-bianco.jpg" /></div> <div>Il canto del grande Pioppo risuonava chiaro e melodioso nel silenzio del villaggio.</div> <div>Il vento era tornato e il grande albero scosso da esso aveva ripreso a cantare la sua melodia.</div> <div>Gli abitanti erano tutti muti e ascoltavano con trepidazione la fine della stupenda canzone.</div> <div>Era il soffio morbido del vento che, passando tra i delicati rami del Pioppo, produceva quelle splendide melodie.</div> <div></div> <div>Era un albero davvero speciale!</div> <div>Adorava cantare alla gente del villaggio le canzoni che, il vento venuto da lontano, gli suggeriva.</div> <div>Tuttavia, quel soffio delicato spesse volte rimaneva assente anche per lunghi periodi e il povero Pioppo non poteva cantare.</div> <div></div> <div>Alla gente che passando di lì lo interrogava, chiedendogli se quella mancanza di rispetto del vento, che veniva ed andava come gli pareva, non lo infastidisse, lui rispondeva sempre placido:</div> <div></div> <div style="padding-left: 30px;">"Io resto qui ed aspetto… prima o poi lui torna sempre da me"</div> <div></div> <div>E le persone si sorprendevano sempre, di quelle sue risposte pacate e tranquille.</div> <div></div> <div>Però solo il Pioppo sapeva la verità.</div> <div>Il vento era costretto ad assentarsi perché, solo così, viaggiando in lungo e in largo per il mondo, riusciva a scoprire nuove melodie da fargli cantare.</div> <div>Per questo lui rimaneva sempre ad attenderlo, certo che sarebbe tornato, con nuove canzoni ancora più belle delle precedenti, da intonare insieme a lui.</div> Il nocciolo 2010-10-04T11:16:27Z 2010-10-04T11:16:27Z http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/index.php?option=com_content&view=article&id=657:il-nocciolo&catid=61:le-storie-degli-alberi&Itemid=230 Teleparconord ursomassimo@yahoo.it <p style="background: white;"><img style="float: right;" alt="nocciolo" height="181" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/nocciolo.jpg" /></p> <p style="background: white;"><span style="font-size: 9.5pt; font-family: Verdana;">I vecchi di un piccolo villaggio di montagna hanno l’abitudine di narrare una strana storia ai loro nipoti.<br /> I nonni fanno sedere tutti i bambini in circolo e poi iniziano a narrare:<o:p></o:p></span></p> <p style="background-image: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial; background-color: white; padding-left: 30px; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-size: 9.5pt; font-family: Verdana;">“Un giorno, da un paese lontano, arrivò un uomo con la folta barba bianca a ricoprirgli il viso ed un lungo bastone per aiutarlo nel cammino.<br /> Questo strano personaggio, attraversò la fitta foresta impervia piena di insidie e di pericoli che c’era al limitare del paese.<br /> Camminò per giorni, fintanto che, nel bel mezzo della foresta si aprì una radura.<br /> In quel grande prato così ben nascosto e custodito, il vecchio piantò nove semi, fino a creare un cerchio perfetto e poi svanì nel nulla, così come era apparso.<br /> Passarono gli anni e quei nove semi si trasformarono in piante forti e rigogliose.<br /> Nove piante di Nocciolo.<o:p></o:p></span></p> <p style="background-image: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial; background-color: white; padding-left: 30px; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-size: 9.5pt; font-family: Verdana;">Si narra da tempo immemorabile che esiste un posto speciale, dove chi vi entra, durante le notti di luna piena, riesce a trovare la pace completa e la saggezza.<br /> Quel posto è appunto il cerchio dei nove Noccioli, piantati dal vecchio mago.<br /> Non a tutti è dato trovarlo, solo i più fortunati riescono nell’impresa.<br /> Ma quei pochi eletti, che hanno l’onore di riuscire a raggiungere il cerchio magico e ad entrarvi, potranno tornare alla civiltà con occhi nuovi.<o:p></o:p></span></p> <p style="background-image: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial; background-color: white; padding-left: 30px; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-size: 9.5pt; font-family: Verdana;">Però, la saggezza acquisita non va tenuta per se stessi.<br /> Quelli che l’hanno fatto l’hanno persa per sempre.<br /> La saggezza va donata al prossimo.<br /> Solo così rimarrà, per tutta la vita, attaccata a chi ha avuto la fortuna di ottenerla.”<o:p></o:p></span></p> <p style="background: white;"><img style="float: right;" alt="nocciolo" height="181" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/nocciolo.jpg" /></p> <p style="background: white;"><span style="font-size: 9.5pt; font-family: Verdana;">I vecchi di un piccolo villaggio di montagna hanno l’abitudine di narrare una strana storia ai loro nipoti.<br /> I nonni fanno sedere tutti i bambini in circolo e poi iniziano a narrare:<o:p></o:p></span></p> <p style="background-image: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial; background-color: white; padding-left: 30px; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-size: 9.5pt; font-family: Verdana;">“Un giorno, da un paese lontano, arrivò un uomo con la folta barba bianca a ricoprirgli il viso ed un lungo bastone per aiutarlo nel cammino.<br /> Questo strano personaggio, attraversò la fitta foresta impervia piena di insidie e di pericoli che c’era al limitare del paese.<br /> Camminò per giorni, fintanto che, nel bel mezzo della foresta si aprì una radura.<br /> In quel grande prato così ben nascosto e custodito, il vecchio piantò nove semi, fino a creare un cerchio perfetto e poi svanì nel nulla, così come era apparso.<br /> Passarono gli anni e quei nove semi si trasformarono in piante forti e rigogliose.<br /> Nove piante di Nocciolo.<o:p></o:p></span></p> <p style="background-image: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial; background-color: white; padding-left: 30px; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-size: 9.5pt; font-family: Verdana;">Si narra da tempo immemorabile che esiste un posto speciale, dove chi vi entra, durante le notti di luna piena, riesce a trovare la pace completa e la saggezza.<br /> Quel posto è appunto il cerchio dei nove Noccioli, piantati dal vecchio mago.<br /> Non a tutti è dato trovarlo, solo i più fortunati riescono nell’impresa.<br /> Ma quei pochi eletti, che hanno l’onore di riuscire a raggiungere il cerchio magico e ad entrarvi, potranno tornare alla civiltà con occhi nuovi.<o:p></o:p></span></p> <p style="background-image: initial; background-attachment: initial; background-origin: initial; background-clip: initial; background-color: white; padding-left: 30px; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;"><span style="font-size: 9.5pt; font-family: Verdana;">Però, la saggezza acquisita non va tenuta per se stessi.<br /> Quelli che l’hanno fatto l’hanno persa per sempre.<br /> La saggezza va donata al prossimo.<br /> Solo così rimarrà, per tutta la vita, attaccata a chi ha avuto la fortuna di ottenerla.”<o:p></o:p></span></p> Il sambuco 2010-10-04T11:15:59Z 2010-10-04T11:15:59Z http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/index.php?option=com_content&view=article&id=656:il-sambuco&catid=61:le-storie-degli-alberi&Itemid=230 Teleparconord ursomassimo@yahoo.it <p><img style="float: right;" alt="sambuco" height="184" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/sambuco.jpg" /></p> <p>Si stava facendo ormai sera e Gilberto iniziava a preoccuparsi. <br />Quel giorno, lui e la sua famiglia erano andati a fare un passeggiata nel bosco. <br />La mamma lo aveva avvertito di non allontanarsi troppo, perché altrimenti si sarebbe perso. <br />Gilberto però aveva iniziato a rincorre un farfalla variopinta. <br />Era così bella, così colorata e leggiadra, che gli ammonimenti della mamma vennero subito scordati. <br />Corse felice per un po’ però, quando ad un certo punto, stanco ed affamato si volò per tornare dai genitori, si accorse con spavento di essersi smarrito. <br />Chiamò a gran voce, ma nessuno rispose alle sue grida. <br />Si mise allora a camminare senza una meta nella speranza di ritrovare la mamma e il papà. <br />La ricerca però, fu infruttuosa ed alla fine esausto si sedette sotto un albero. <br />Iniziò a piangere piano, spaventato ed affamato. <br />La notte stava calando e lui non sapeva cosa fare. <br />Al sentire i lamenti sconsolati del bambino una voce chiese.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Perché piangi?”</p> <p>Gilberto si guardò attorno spaventato.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Chi ha parlato?”</p> <p>domandò ricominciando a singhiozzare.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Io… sono il sambuco”</p> <p>affermò la pianta scuotendo leggermente le fronde a mo di saluto. Gilberto si voltò verso l’albero e disse:</p> <p style="padding-left: 30px;">“Mi sono perso, inseguivo una farfalla e mi sono allontanato troppo” <br />“Oh cielo che bambino distratto che sei”</p> <p>lo redarguì il sambuco. Poi con voce più dolce aggiunse:</p> <p style="padding-left: 30px;">“Non ti disperare, ti aiuterò io! Stacca uno dei mie rami”</p> <p>Gilberto fece come gli era stato detto e, con grande meraviglia, si accorse che il ramo era vuoto all’interno.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Soffia nel ramo”</p> <p>disse poi il sambuco senza perdere tempo.</p> <p>Il bambino soffiò e dal ramo uscì un suono forte e chiaro, che si propagò per tutta la foresta. <br />A sentire quel richiamo, i genitori di Gilberto accorsero subito e lui potè finalmente ricongiungersi con i suoi genitori. <br />Mentre si allontanava, Gilberto alzò una mano e salutò l’albero di sambuco che era stato tanto gentile con lui. <br />Il sambuco allora scosse un po’ i rami salutandolo a sua volta e mormorando un ciao, prima di riassopirsi nuovamente.</p> <p><img style="float: right;" alt="sambuco" height="184" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/sambuco.jpg" /></p> <p>Si stava facendo ormai sera e Gilberto iniziava a preoccuparsi. <br />Quel giorno, lui e la sua famiglia erano andati a fare un passeggiata nel bosco. <br />La mamma lo aveva avvertito di non allontanarsi troppo, perché altrimenti si sarebbe perso. <br />Gilberto però aveva iniziato a rincorre un farfalla variopinta. <br />Era così bella, così colorata e leggiadra, che gli ammonimenti della mamma vennero subito scordati. <br />Corse felice per un po’ però, quando ad un certo punto, stanco ed affamato si volò per tornare dai genitori, si accorse con spavento di essersi smarrito. <br />Chiamò a gran voce, ma nessuno rispose alle sue grida. <br />Si mise allora a camminare senza una meta nella speranza di ritrovare la mamma e il papà. <br />La ricerca però, fu infruttuosa ed alla fine esausto si sedette sotto un albero. <br />Iniziò a piangere piano, spaventato ed affamato. <br />La notte stava calando e lui non sapeva cosa fare. <br />Al sentire i lamenti sconsolati del bambino una voce chiese.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Perché piangi?”</p> <p>Gilberto si guardò attorno spaventato.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Chi ha parlato?”</p> <p>domandò ricominciando a singhiozzare.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Io… sono il sambuco”</p> <p>affermò la pianta scuotendo leggermente le fronde a mo di saluto. Gilberto si voltò verso l’albero e disse:</p> <p style="padding-left: 30px;">“Mi sono perso, inseguivo una farfalla e mi sono allontanato troppo” <br />“Oh cielo che bambino distratto che sei”</p> <p>lo redarguì il sambuco. Poi con voce più dolce aggiunse:</p> <p style="padding-left: 30px;">“Non ti disperare, ti aiuterò io! Stacca uno dei mie rami”</p> <p>Gilberto fece come gli era stato detto e, con grande meraviglia, si accorse che il ramo era vuoto all’interno.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Soffia nel ramo”</p> <p>disse poi il sambuco senza perdere tempo.</p> <p>Il bambino soffiò e dal ramo uscì un suono forte e chiaro, che si propagò per tutta la foresta. <br />A sentire quel richiamo, i genitori di Gilberto accorsero subito e lui potè finalmente ricongiungersi con i suoi genitori. <br />Mentre si allontanava, Gilberto alzò una mano e salutò l’albero di sambuco che era stato tanto gentile con lui. <br />Il sambuco allora scosse un po’ i rami salutandolo a sua volta e mormorando un ciao, prima di riassopirsi nuovamente.</p> La quercia 2010-10-04T11:14:56Z 2010-10-04T11:14:56Z http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/index.php?option=com_content&view=article&id=655:la-quercia&catid=61:le-storie-degli-alberi&Itemid=230 Teleparconord ursomassimo@yahoo.it <p><img style="float: right;" alt="quercia-rossa" height="90" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/quercia-rossa.jpg" /><img style="float: right;" alt="farnia" height="117" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/farnia.jpg" /></p> <p>Tutti gli alberi della foresta erano spaventati. <br />Il vento soffiava prepotente tra le loro fronde. <br />Un temporale, molto forte, di lì a poco si sarebbe abbattuto su di loro. <br />Tuoni e lampi si intuivano già all’orizzonte e gli alberi, terrorizzati, cercavano il più possibile di rannicchiarsi su se stessi, per sfuggire alla furia della tempesta.</p> <p>Ciò che spaventava tutti, erano i fulmini. <br />Se il vento soffiava forte, al massimo si rompeva qualche ramo… nulla di grave, in primavera sarebbero rifioriti.<br /> Con i fulmini il discorso era diverso. <br />Quei lampi che abbagliavano il cielo e lo coloravano di una luce strana e spaventosa, finché rimanevano tra le nuvole non erano pericolosi però, delle volte capitava che i fulmini cadessero a terra e colpissero alcuni di loro. <br />Sopportare la scossa di un fulmine non era semplice, molti di loro non ne erano capaci.</p> <p>Successe che, mentre tutti gli altri urlavano spaventati, la grande quercia che stava nel centro esatto del bosco, iniziò ad allargare il più possibile le sue fronde. <br />Continuò a tirarsi e a stirarsi fintanto che non coprì tutti i suoi compagni alberi. <br />Il temporale era ormai sopra la foresta, ma tutti gli alberi erano coperti dall’abbraccio protettivo della grande quercia.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Perché lo fai? Così rischi di farti male”</p> <p>domandò un salice dando voce ai dubbi di tutti.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Io sono forte, se un fulmine mi colpisce non morirò!”</p> <p>tutti la guardarono sorpresi.</p> <p style="padding-left: 30px;">“E’ compito dei più forti proteggere i più deboli”</p> <p>spiegò la quercia con un sorriso.</p> <p>La tempesta infuriò per ore: l’acqua cadeva, i tuoni rombavano, il vento ululava ed un fulmine cadde. <br />La quercia venne colpita e il suo forte tronco si spaccò a metà.<br /> Quando il temporale ebbe fine tutti la fissarono preoccupati.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Come state?”</p> <p>chiese la quercia agli altri, mentre ritirava le sue grandi fronde.</p> <p>Tutti la guardarono sorpresi, nonostante tutto, la grande quercia si preoccupava ancora per loro.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Bene”</p> <p>mormorarono in coro.</p> <p>La quercia annuì contenta. <br />Ci vollero alcuni mesi perchè le sue ferite guarissero. <br />Però, passato quel periodo, la grande quercia ricominciò a svettare come prima. <br />Anzi, ora era anche più rigogliosa e forte… pronta a proteggere ancora i suoi amici se ce ne fosse stato nuovamente bisogno.</p> <p><img style="float: right;" alt="quercia-rossa" height="90" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/quercia-rossa.jpg" /><img style="float: right;" alt="farnia" height="117" width="200" src="http://www.ilbelpaese.eu/steleparconord/images/stories/2010-2011/alberi/farnia.jpg" /></p> <p>Tutti gli alberi della foresta erano spaventati. <br />Il vento soffiava prepotente tra le loro fronde. <br />Un temporale, molto forte, di lì a poco si sarebbe abbattuto su di loro. <br />Tuoni e lampi si intuivano già all’orizzonte e gli alberi, terrorizzati, cercavano il più possibile di rannicchiarsi su se stessi, per sfuggire alla furia della tempesta.</p> <p>Ciò che spaventava tutti, erano i fulmini. <br />Se il vento soffiava forte, al massimo si rompeva qualche ramo… nulla di grave, in primavera sarebbero rifioriti.<br /> Con i fulmini il discorso era diverso. <br />Quei lampi che abbagliavano il cielo e lo coloravano di una luce strana e spaventosa, finché rimanevano tra le nuvole non erano pericolosi però, delle volte capitava che i fulmini cadessero a terra e colpissero alcuni di loro. <br />Sopportare la scossa di un fulmine non era semplice, molti di loro non ne erano capaci.</p> <p>Successe che, mentre tutti gli altri urlavano spaventati, la grande quercia che stava nel centro esatto del bosco, iniziò ad allargare il più possibile le sue fronde. <br />Continuò a tirarsi e a stirarsi fintanto che non coprì tutti i suoi compagni alberi. <br />Il temporale era ormai sopra la foresta, ma tutti gli alberi erano coperti dall’abbraccio protettivo della grande quercia.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Perché lo fai? Così rischi di farti male”</p> <p>domandò un salice dando voce ai dubbi di tutti.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Io sono forte, se un fulmine mi colpisce non morirò!”</p> <p>tutti la guardarono sorpresi.</p> <p style="padding-left: 30px;">“E’ compito dei più forti proteggere i più deboli”</p> <p>spiegò la quercia con un sorriso.</p> <p>La tempesta infuriò per ore: l’acqua cadeva, i tuoni rombavano, il vento ululava ed un fulmine cadde. <br />La quercia venne colpita e il suo forte tronco si spaccò a metà.<br /> Quando il temporale ebbe fine tutti la fissarono preoccupati.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Come state?”</p> <p>chiese la quercia agli altri, mentre ritirava le sue grandi fronde.</p> <p>Tutti la guardarono sorpresi, nonostante tutto, la grande quercia si preoccupava ancora per loro.</p> <p style="padding-left: 30px;">“Bene”</p> <p>mormorarono in coro.</p> <p>La quercia annuì contenta. <br />Ci vollero alcuni mesi perchè le sue ferite guarissero. <br />Però, passato quel periodo, la grande quercia ricominciò a svettare come prima. <br />Anzi, ora era anche più rigogliosa e forte… pronta a proteggere ancora i suoi amici se ce ne fosse stato nuovamente bisogno.</p>