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3c - s.primaria via Villoresi - Bresso - 9 novembre 2011

PDF  Stampa  E-mail  Martedì 08 Novembre 2011 11:00

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Ciao a tutti! Vi veniamo incontro mentre giocate aspettandoci ai laghetti di Bresso, in un bel pomeriggio di sole caldo.

Voi siete con me, Alessandra.

Dopo esserci presentate mi spiegate che siete venuti qui per conoscere da vicino gli stagni del Parco.

Prima di tutto vi racconto la storia di questo Parco, costruito dall'uomo dove non c'erano che campi e fabbriche: ma voi sapete tutto perché a settembre avete visitato l'area didattica dietro alla Cascina Centro Parco, durante il Festival della Biodiversità.

Insieme proviamo invece a capire come si costruisce uno stagno: una buca, un fondo impermeabile di argilla, l'acqua.

Gli stagni più vicini a noi, e i più giovani, sono stati fatti così. E animali e piante acquatiche sono arrivati. Se gli animali si possono muovere le piante come fanno? ...i semi! E poi capiremo, facendo il loro viaggio al contrario, da dove sono arrivati.

A scuola avete immaginato quali potessero essere gli animali presenti in uno stagno:

- papere
- fenicotteri
- lucci
- carpe
- trote
- tartarughe
- delfino d'acqua dolce
- granchio
- oca

Non ci resta che avvicinarci all'acqua per scoprire capire che animali ci sono, potrebbero esserci, sono da togliere dal cartellone.

Osserviamo delle libellule e un uccello nero con il becco rosso, la gallinella d'acqua,

una tartaruga in avvicinamento,

dei germani maschi con una femmina, e impariamo che "papera" è un nome comune che non indica nessun uccello specifico.

Camminando lungo il bordo calpestiamo l'argilla rossa utilizzata per il fondo del laghetto.

Seguendo un canale scopriamo che unisce due stagni. Questo secondo stagno è molto più fitto di canne, qui ci si può nascondere meglio!

Nell'acqua non vediamo nulla.

Ci spostiamo all'ultimo stagno, quello da cui sono partiti i semi delle painte acuqatiche, perché l'unico in cui sono state immesse dall'uomo. Per farlo attraversiamo un prato e ci sfoghiamo con una bella corsa fino al teatrino.

Dopo esserci dissetati ci avviciniamo all'ultimo laghetto, notando subito che è circondato da alberi e boschetti.

Qui ci sono puiù germani femmina che maschi. I maschi hanno la testa verde e il corpo di colori sgargianti, perché non devono mimetizzarsi come la femmina che deve covare le uova.

Girando intorno allo stagno notiamo che alcuni alberi hanno le radici immerse nell'acqua: sono gli ontani e resistono molto bene  vicino ad ambienti come lo stagno.

Non ci resta che ricapitolare quanto abbiamo scoperto oggi:

- gallinelle d'acqua
- germani maschi e femmine
- libellule
- tartarughe
- canne
- ontani
- ninfee

Togliamo gli animali che non c'entrano:

Rimangono pesci e tartarughe.

Capiamo insieme che i pesci non dovrebbero stare in uno stagno: prima di tutto, non possono essere arrivati da soli! I pesci sono stati portati dall'uomo.

Anche le tartarughe dalle orecchie rosse, che sono originarie dell'America e che in Europa si comprano nei negozi e spesso diventano di grandi dimensioni: sicuramente qualcuno le rilascia pensando di restituire a questi animali la libertà, o magari solo perché si stanca di loro.  Le tartarughe in inverno sono costrette dal nostro clima, opposto a quello di origine, ad andare in letargo forzato, e spesso muoiono. E se non muoiono diventano un problema.

Sono entrambi animali quindi messi dall'uomo ed estranei allo stagno, e come spesso, anzi quasi sempre, succede, quando si introduce un animale che non appartiene ad un certo ambiente si rompe un equilibrio: pesci e tartarughe sono carnivori voraci e  divorano larve di insetti, uova e girini di rane e rospi, qui in primavera non ne troverete. Perciò mai liberare un animale nell'ambiente senza riflettere sulle conseguenze! E possibilmente mai comprare animali di questo tipo, per non aumentare questo tipo di commercio che danneggia prima di tutto gli animali!

In primavera ci aspettiamo comunque di trovare i girini e le rane. Oggi sono in letargo. Vi aspettate ce ne siano di più nel sengo laghetto, quello con molto canneto, dove possono ripararsi e nascondersi di più. Mi sembra una buona ipotesi e la verificheremo.

Ci dobbiamo salutare. A scuola proverete ad aggiungere quello che abbiamo scoperto e imparato oggi, e la prossima volta, a primavera, osserveremo le differenze! Arrivederci a tutti e buon inverno!

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Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 09 Novembre 2011 21:35 )