Sei in ... Home I lavori delle classi Le storie sugli alberi della 1d - s.m.Verga - MIlano

Le storie sugli alberi della 1d - s.m.Verga - MIlano

PDF  Stampa  E-mail  Lunedì 23 Maggio 2011 11:00

.

I ragazzi e le ragazze della classe 1d - dopo la prima uscita al Parco Nord - hanno scritto le seguenti belle storie sui "loro" alberi.


LA GRANDE FARNIA (Luca)

Molto tempo fa in un piccolo villaggio vivevano insieme due giovani, Orlando e Didone.
Erano poveri, ma molto felici. Ma venne un giorno di sventura: un esercito spartano devastò il villaggio.
Orlando organizzò la difesa e nascose donne, bambini e anziani in un sotterraneo.
Orlando aveva un cuore grande e forte, non si arrendeva mai. Si battè senza paura fino all’ultimo, ma alla fine fu sopraffatto.
Gli dei ammirarono il suo coraggio e dal suo cuore pieno di forza fecero nascere un grande albero.


L’albero protendeva i suoi rami verso il cielo, ma non aveva foglie, non aveva frutti. L’esercito nemico si ritirò e sul villaggio calò il silenzio.
Le donne uscirono dal nascondiglio e Atena corse a cercare Orlando; non lo trovava da nessuna parte, ma vide il nuovo albero cresciuto nel villaggio. Ai suoi piedi era posata la spada di Orlando.
Allora Didone capì e disperata abbracciò il tronco. Desiderò con tutto il suo cuore di ricongiungersi al suo compagno e gli dei l’accontentarono.
L’albero divenne alto e forte e si riempì di foglie e di frutti.
Era una farnia, la più grande dell’universo. (Luca)


IL BIANCOSPINO (Lorenzo)

Tanto tempo fa il biancospino era conosciuto solo per il fatto di avere molte spine; per questo non era molto simpatico agli altri.
Tutti gli animali ne stavano lontano, per paura di pungersi con le sue spine; gli insetti, per lo stesso motivo, non osavano impollinarlo.
Così tutti gli alberi e gli arbusti lo prendevano in giro, dicendo che era buono solo a spaventare gli animali.
Un giorno un mago stava passando vicino all’arbusto quando lo sentì piangere per la tristezza. Dopo aver appreso la storia del povero arbusto, decise di aiutarlo in modo che potesse servire a qualcuno. Siccome era un mago un po’ nervoso, decise di far acquisire ai fiori delle proprietà calmanti, per poter aiutare gli uomini.
Felice, il biancospino raccontò del dono alle sue amiche piante, le quali riconobbero che in fondo non era un arbusto così malvagio.
Così da allora nessuno prende più in giro il biancospino, che conserva ancora le proprietà calmanti all’interno dei suoi fiori.


IL BIANCOSPINO (Chiara)

Tanto tempo fa il biancospino era un arbusto con le bacche e i fiori bianchi ed era senza spine.
Era diffuso anche a Gerusalemme e ne cresceva uno ai piedi della croce alla quale fu crocifisso Gesù.
Una goccia di sangue cadde sulle bacche bianche che diventarono rosse e l’arbusto si riempì di spine, come la corona di Gesù.


IL MIO ALBERO (Gabriele)

È un vecchio albero, ma ha ancora tanta forza.
L’ho abbracciato e ho sentito la felicità scorrere nel suo tronco, ho sentito una grande pace e  la sua chioma che cresceva.
Mi sono allontanato e le sue foglie hanno cominciato a cadere.


LA QUERCIA ROSSA (Luca)

Scende la neve sulla quercia rossa
È bianca come le ossa.
La quercia rossa con il suo aspetto maestoso
Ha in sé nascosto qualcosa di pauroso.
Udire il ragno che alla ragnatela si tiene
Fa ghiacchiare il sangue nelle vene!
Ops! Non era un ragno, era solo una foglia in movimento
Che grande spavento!
Scende la neve sulla quercia rossa
È bianca come le ossa.


IL BIANCO PIOPPO (Manuel)

Il suo vestito bianco
nel tronco e nelle foglie
allieta i passanti
se lo starnuto non li coglie.
Fiorisce a primavera
poi il polline va via
e prima dell’estate
lascia le strade imbiancate.
Di esso sono pieni i parchi
all’interno e nei varchi
e i bambini ci giocan nei giardini.


IL PIOPPO NERO (Manuel e Lorenzo)

Col suo grande fusto nero
slanciato e silenzioso
resiste fermo al gelo
con il suo aspetto imperioso.
Per la gioia dei rami spogli
arriva la primavera
ricrescono i germogli
e ritorna l’aria chiara.
Viene poi la brezza d’estate
che le foglie fa tremare
e dell’autunno le ventate
che le fa tutte accartocciare.


LA RADURA DELLE QUATTRO QUERCE (Irene)

Si narra che un tempo, in una lontana regione, vivessero tre fratelli dal cattivo carattere: litigavano sempre fra di loro e con tutti, non ascoltavano mai gli altri. Un giorno gli altri abitanti del villaggio decisero di fare un tentativo prima di scacciarli: li inviarono dalla vecchia quercia che sapeva parlare al cuore degli uomini.
I tre fratelli si incamminarono di malavoglia verso il bosco. Giunti in una radura, videro un albero maestoso e possente: era la vecchia quercia.
Per la prima volta rimasero in silenzio e così udirono le sua voce che prometteva loro una grande ricompensa se fossero riusciti a fare amicizia con gli altri abitanti.
Il maggiore dei fratelli fece amicizia grazie alla sua forza fisica, con cui aiutava a trasportare, a spostare e a costruire.
Il secondo fratello era molto intelligente e cominciò a insegnare: così ottenne la stima e l’amicizia degli altri.
Il fratello minore non aveva particolari doti, ma aveva un grande desiderio di avere degli amici.
E così la vita del villaggio riprese a scorrere serena.
Dopo qualche tempo i fratelli tornarono dalla vecchia quercia che disse loro:
“Grazie alle vostre virtù avete trovato degli amici. Ora avrete la vostra ricompensa”. E i tre giovani si trasformarono in giovani querce. La pace continuò a regnare nel villaggio e, quando c’era qualche problema, le persone si recavano nella radura dove vivevano quattro sagge querce.


IL BIANCOSPINO (Marika e Sara)

Tanto tempo fa, nel 753 a. C. , i due gemelli  Romolo e Remo, salvati dalle acque e allattati da una lupa, decisero di  fondare una città sul colle Palatino, dove cresceva una bellissimo  biancospino. Questo arbusto allora aveva i fiori e i frutti bianchi  ed era simbolo di purezza e libertà.
La leggenda narra che Romolo tracciò il solco che doveva costituire la cinta della città, ma Remo lo oltrepassò e fu ucciso dal fratello.
Il sangue di Remo bagnò  la terra e da allora  i frutti del  biancospino  divennero rossi .
Questo arbusto però è anche ricoperto di foglie verdi, come la speranza che non ci siano più guerre.


ORIGINE DEL PIOPPO BIANCO E DEL PIOPPO NERO (Sergio)

In un tempo lontano, quando ancora non c’erano gli uomini, esisteva un grande consiglio degli dei. Si doveva eleggere il padre degli dei; si proposero come  candidati  Ade e Zeus.
Il favorito era Zeus, ma Ade, che voleva a tutti i costi essere scelto, chiamò un’armata di demoni per uccidere Zeus e assicurarsi il posto.
Ma fu scoperto e così il titolo toccò a Zeus; Ade con i suoi demoni tornò negli inferi, il suo regno. Giurò che si sarebbe vendicato.
Passò del tempo e Zeus  decise di rendere più bella la terra, riempiendola di alberi per allietare la vita dei primi uomini.
Creò  il pioppo come albero della pace: era un  albero slanciato con foglie verde chiaro e corteccia liscia e argentea, simbolo di lealtà e abbondanza.
Ma Ade non aveva dimenticato: anche lui creò un pioppo, ma le sue foglie erano di un verde scuro e la corteccia bruna e rugosa, simbolo di odio e carestia.
Da allora il pioppo di Zeus è chiamato “Pioppo Bianco” e quello di Ade “Pioppo Nero”.


LA QUERCIA ROSSA (Andrea)

Tanto tempo fa viveva un guardiaboschi, un uomo forte e coraggioso, capace di rischiare la sua vita per coloro che amava. Era un giovane alto, robusto con una folta capigliatura rossa; i suoi occhi luminosi riflettevano la fiamma che aveva nel cuore, sempre pronto ad accendersi per combattere le ingiustizie. Egli amava molto gli alberi, in particolare un bosco di vecchie querce e non voleva che venissero tagliate. Ma  un giorno d’autunno arrivarono i taglialegna e cominciarono ad abbattere i grandi tronchi. Il giovane allora corse verso la quercia più maestosa, l’abbracciò forte e si sentì trasformare: il suo corpo diventò tronco e rami le sue braccia; i suoi capelli diventarono foglie di un bel colore rosso.
Era nata la quercia rossa.
L’albero era così bello e imponente che i taglialegna rimasero in silenzio a guardarlo,  poi raccolsero le loro scuri e se ne andarono. Da allora nessuno pensò più di tagliare il bosco di querce.

.

Commenti

Per inserire il tuo commento devi effettuare il login
Ultimo aggiornamento ( Domenica 05 Giugno 2011 00:40 )