You are here Home Le classi in visita al Parco 1f - s.secondaria di primo grado Franceschi - Milano - 19 settembre 2014

1f - s.secondaria di primo grado Franceschi - Milano - 19 settembre 2014

Stampa  E-mail  Scritto da Alessandra Dellocca    Venerdì 19 Settembre 2014 02:41

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Buongiorno a tutti!
Ben arrivati al parco in questa giornata un po' autunnale e grigia, ma pieni di voglia di esplorare!

 Ci presentiamo, io sono Alessandra e voi? Alcuni di voi sono già venuti qui con la scuola, e ci venite in bici, con i pattini o a fare i pic-nic.

Vi racconto la storia del Parco, lunga quasi quarant'annii, ed insieme immaginiamo come si possa essere trasformata l'area industriale della Breda nell'area verde di oggi.

Dopo la guerra e i bombardamenti queste zone vennero un po' abbandonate, qualcuno coltivava alcuni punti, per altri era diventata una discarica. Qui si rischiò che venissero costruite case, strade, centri commerciali, ma per fortuna i comitati di cittadini che volevano un'area verde ebbero il sopravvento e nacqua il Parco. Ormai quasi quarant'anni fa!

Con i lavori per costruire il Parco,  pulizie, semine, piantumazioni, l'aspetto di questo luogo cambiò.

Però ancora oggi possiamo osservare "reperti" di archeologia industriale del passato, trasformati, per esempio il teatrino alle nostre spalle o l'area ex binari Breda, diventato un punto pic-nic. O la montagnetta, questa collina che in realtà qui non ci dovrebbe essere, perché siamo già in una zona considerata pianura!

Per prima cosa oggi raggiungeremo i bunker, i rifugi dell'ex areoporto della Breda, che durante la seconda guerra mondiale era un punto strategico da bombardare.

Ci spostiamo e lungo la strada osserviamo una vecchia torretta militare di avvistamento... è legata ai bunker, poi vedremo anche delle foto di quando era intera!

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Arrivati nell'area didattica dietro alla Cascina, ci prepariamo a scendere, attenti a dove mettiamo i piedi, in questo lungo cunicolo sotterraneo di cemento armato, buio e umido, dove impariamo diverse cose e possiamo anche vedere foto dell'epoca.

Impariamo che le radici del bosco sopra le nostre teste sono più forti del cemento, e negli anni sono entrate trasformando questo posto in una specie di galleria del coniglio di Alice nel paese delle Mraviglie. Ora è stato ripulito ma già un'albero ha ricominciato il suo lento lavoro entrando da una piastra di metallo.

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Impariamo anche che il bunker ha la forma di linea spezzata, e le varie parti sono separate da porte di cemento armato, con due vantaggi: guadagnare spazio, perché per uno stesso spazio la lunghezza della galleria e quindi i posti a sedere sono maggiori, e poter limitare i danni se un'esplosione avesse interessato un punto partiolare, com uno degli ingressi, perché non si sarebbe propagata ma si saebbe fermata nel tratto interessato.

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Impariamo che qui si scendeva e, anche se probabilmente gli attacchi aerei non duravano moltissimo, non si sapeva mai quando si sarebbe usciti, e la paura di tutti era sicuramente anche se si sarebbe usciti. E il bunker per questo era attrezzato con spazi per scorte di acqua, forse anche di cibo, e di strumenti come pale per poter scavare se una parte del bunker fosse crollata. C'erano anche dei bagni, un impianto elettrico che sicuramente faceva una luce più fioca di quella che c'è oggi, e delle aperture per fas passare l'ossigeno, anche se per non consumarlo la gente probabilmente si sedeva in silenzio.. e aspettava.

Tornati all'aria aperta, e dopo un momento dedicato alla merenda, ci rincamminiamo per osservare altri punti del parco.

Gli ex-binari breda sono la nostra prossima fermata: qui, dove una volta si provavano prototipi di metropolitane leggere, vediamo molto bene come la natura riesca a riimpossessarsi del suo spazio: grandi bagolari sono cresciuti nel poco di terra che il vento ha depositato all'interno dei binari, e del tutto spontaneamente.

Arriviamo anche in cima alla montagnetta, dove un monumento e una serie di lapidi ci indicano che qui si ricordano gli operai deportati nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Nella giornata della memoria qui si ricordano tutte queste persone che persero la vita lontano da casa, e ancora si intravedono, nelle teche del monumento, i sassi e le terre che provengono proprio dai diversi campi.

La montagnetta come dicevamo all'inizio della mattinata è anch'essa frutto del lavoro umano. Qui sotto ci sono tutti gli scarti delle lavorazioni degli alto forni della Breda, che estraeva il ferro dalle rocce ad altissime temperature ottenendo ferro liquido che poi veniva fatto solidificare dandogli una forma adatta al suo utilizzo.

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Per ultima tappa ecco lo stagno, anch'esso costruito dall'uomo.

In natura  lo stagno è come un piccolo lago, o una grande pozza,  che si riempie di acqua piovana, e che se non piove per molto può prosciugarsi: questa caratteristica è importante perché gli animali che ci vivono devono essere in grado di gestire la mancanza d'acqua.

Rane, rospi, libellule, pesci, tartarughe: chi è già stato qui questi animali li consoce! Ma i pesci non dovrebbero stare in uno stagno: quando l'acqua evapora, morirebbero. Ovviamente qui l'acqua è sempre costante, grazie al canale: i pesci sono stati portati dall'uomo.

Lo stesso vale per le tartarughe che sono originarie dell'America e che in Europa si comprano nei negozi e spesso diventano di grandi dimensioni: sicuramente qualcuno le rilascia pensando di restituire a questi animali la libertà, o magari solo perché si stanca di loro.  Le tartarughe in inverno sono costrette dal nostro clima, opposto a quello di origine, ad andare in letargo forzato, e spesso muoiono. E se non muoiono...

Sono entrambi animali immessi dall'uomo ed estranei allo stagno, e come spesso, anzi quasi sempre, succede, quando si introduce un animale che non appartiene ad un certo ecosistema si rompe un equilibrio: pesci e tartarughe sono carnivori voraci e divorano larve di insetti, uova e girini di rane e rospi, qui in primavera non ne troverete. Perciò mai liberare un animale nell'ambiente senza riflettere sulle conseguenze che questo comporta. E possibilmente mai comprare animali esotici, per non incrementare questo tipo di commercio che danneggia gli animali stessi.

Avvicinandoci vediamo tanti pesci rossi, e poco altro. Ma inizia a piovere, ed è tardi, dovete andare a scuola: grazie della giornata passata insieme ed arrivederci!

 

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