Seveso

Giorno di tregua dalle piogge incessanti dei giorni precedenti: un cielo azzurro senza nuvole scalda il Parco e un timido sole quasi invernale intiepidisce l'aria.
In questo magico clima, al centro civico di Bresso, Marta ed io incontriamo gli amici della 4°A.

Senza indugi ci inoltriamo nel Parco passando sopra il fiume Seveso e, in cerchio ci presentiamo.
Ci troviamo nel Parco Nord Milano: un'area naturale protetta che nasce nel 1975 per proteggere e riqualificare una zona di verde a quei tempi degradata. Il Parco Nord è caratterizzato da alcuni specchi d'acqua e canali artificiali, ma vi è un elemento "acquatico" naturale: il Seveso.
La maestra ci mostra il vostro lavoro: un cartellone dove avete raccolto foto recenti e foto storiche del fiume e una serie di informazioni sullo stesso. 

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Ci raccontate che il Seveso nasce al Monte Sasso, a Cavallasca, in provincia di Como e da lì attraversa molti parchi come Spina Verde, Groane e raccoglie l'acqua della pioggia, deglil affluenti e delle falde per molti chilometri.

"Purtroppo però, raccoglie anche gli inquinanti e i rifiuti..." dice uno di voi.  "Esatto, e ad un certo punto qui a Milano scompare" continua un altro.
Esattamente. La storia del Seveso è un po' come quella di altri fiumi e torrenti che scorrono nelle zone industriali di Lombardia: sono stati dimenticati dall'uomo, vengono deviati, tombinati e modificati.
Oggi, insieme a voi, percorreremo il viaggio del tratto del fiume Seveso che scorre nel Parco. Per farlo ci serviremo di una mappa, divisa in quattro parti...provate a sistemarle...

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Siete degli ottimi osservatori: in poco tempo riuscite a trovare gli elementi comuni ai 4 pezzi e a formare il percorso del fiume. Ora, divisi in gruppi, uno per mappa, percorreremo il corso del Seveso e proveremo a raccogliere dati e osservazioni sulla sua natura. Pronti?
Partiamo dal ponte vicino ai campi di calcio e atletica di Bresso.

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Qui notiamo due aspetti: il colore e le sponde. L'acqua è marrone. Ipotizzate che il motivo sia l'inquinamento (sostanze disciolte in acqua che la colorano), ma in realtà, lo vediamo così a causa delle forti piogge dei giorni scorsi. Il fiume nasce in una zona molto boscosa e, attraversando ben due aree protette, raccoglie la terra dilavata dalle piogge: ecco il motivo di tale colore.
Notate che le sponde non sono naturali: sono costituite da dei massi uniti con il cemento. L'uomo ha deciso di rinforzare gli argini per evitare che lo scorrere del fiume possa scavare le sponde di terra e causare crolli di strade e case nelle vicinanze.
Ci rimettiamo in marcia e, attraversando gli orti, giungiamo al campo di basket.

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Ci troviamo un luogo costruito ad hoc dal Parco. Come vi anticipavo, all'inizio, l'area dove ora sorge il Parco era abbandonata e degradata. Dopo la nascita del Parco, lo scopo dei comuni che avevano aiutato nella sua costruzione, era quello di farlo vivere. Quindi, il Parco ha costruito luoghi dove le persone si possono ritrovare e condividere del tempo insieme: tipo il campo di basket è il luogo di ritrovo di amici e sportivi. Dietro alle nostre spalle ci sono gli orti: sono il luogo di ritrovo e di cura degli anziani di Bresso e...eccone due! Ci intrattengono con due indovinelli sull'anguria!

Dopo una breve pausa merenda, ci incamminiamo e arriviamo in un luogo strano...

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Davanti a noi si staglia una strana struttura: sembra una struttura elettronica, con delle rotelle...dei pistoni.... C'entra con l'acqua del Seveso?
Bhe, sì. Dovete sapere che l'acqua che invade le strade durante le piogge, viene convogliata nelle fogne e qui nel Seveso (le fogne bianche). Un tempo, però, anche lo fogne nere (scarti industriali e civili) venivano convogliati nei corsi d'acqua. Sotto ai nostri piedi, ci sono delle tubature che venivano chiuse o aperte tramite il meccaniscmo che abbiamo davanti. Ora, è in disuso in quanto, una volta istituito il Parco, questo processo è stato impedito.

Proseguiamo e raggiungiamo un luogo con cassoni, gru e grigle.

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Ci troviamo di fronte allo sgrigliatore: un enorme rastrello che ferma i rifiuti presenti nelle acque del Seveso e degli operai li raccolgono e li portano in discarica o al temovalorizzatore dove vengono trasformati, tramite la combustione, in energia.
Questo, non è un depuratore...Per la prossima volta, provate a fare una ricerca su cosa sia un depuratore e cosa fa.
Ci addentriamo velocemente in un boschetto e costeggiamo il fiume che, in quest'area ha le sponde naturali fatte di terra e...guardate! Un germano reale!

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Spuntiamo in un prato e qui, in cerchio, vi spiego che qui potrebbero costruire delle aree di laminazione. Quando il Seveso esonda, le sue acque arrivano nelle strade, nelle case...per evitare questo, una soluzione è quella di costruire accanto al suo corso, delle zone, delle vasche, dove si possa raccogliere l'acqua di esondazione, senza creare danni alla viabilità e all'uomo.
Il tempo a nostra disposizione purtroppo è finito, prima di salutarvi vi voglio lasciare un compito: il fiume Seveso è stato inquinato, deviato, cementato...povero! Cosa si può fare per migliorarlo? Cosa si può fare per rendere la convivenza tra fiume e uomo più pacifica?

Alla prossima e buon rientro!

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