L'autunno ha ormai raggiunto il suo apice e il Parco si è tinto di tutti i colori caldi della stagione. In questo freddo nuovo la terra dell'orto del Bassini dorme, e noi vogliamo approfittarne per proporre un'attività particolare...
Oggi vorremmo esplorare con le ragazze il suolo, quella cosa su cui camminiamo tutti i giorni e da cui nascono le piante che ci danno ossigeno, ma su cui non sappiamo poi molto.
Per esempio, cosa contiene il suolo? Per scoprirlo possiamo fare un esperimento di decantazione con un piccolo campione di terra che abbiamo portato dal parco, un barattolo e dell'acqua. Agitiamo bene il barattolo e aspettiamo che le diverse particelle che compongono il suolo si depongano sul fondo dividendosi a seconda del loro peso e, quindi, delle loro dimensioni.
Mentre aspettiamo possiamo fare un altro esperimento: ammorbidiamo il suolo con un po' d'acqua per renderlo plastico, e poi proviamo a fare dei vermetti con le dita.
I vermetti vengono abbastanza bene, ma appena proviamo a piegarli si spezzano! È il segno che il nostro suolo, seppur molto ricco in argilla, ha una buona componente sabbiosa. Continuando a lavorare il vermetto possiamo purificarlo dalle particelle di sabbai che lo rendono poco plastico, e alla fine otteniamo un tubicino morbido e liscissimo, che quasi non sporca le mani e sembra fatto con il das!
Dopo una ventina di minuti possiamo vedere che il suolo nel barattolo ha incominciato a scomporsi: sul filo dell'acqua galleggia la componente organica, cioè l'humus e i vari detriti vegetali, sotto di questi c'è l'acqua ancora un po' sporca, poi le minuscole particelle d'argilla, che sembrano appena più dense dell'acqua, e infine la sabbia e i sassolini.
La decantazione non è ancora completa, bisognerebbe aspettare che l'acqua si purifichi del tutto, ma saranno necessarie almeno altre due ore e non abbiamo abbastanza tempo. Potete tenere il barattolo e osservare l'esperimento terminato dopo che noi saremo tornate al Parco!
Intanto abbiamo ancora diverse cose da fare... Ora che avete visto come si stratifica il suolo, proviamo a ricostruirlo in un altro barattolo, usando vari tipi di prodotti secchi che rendano l'idea delle diverse particelle.
Sul fondo mettiamo le fave secche che rappresentano la roccia madre che si sta sgretolando, poi i ceci che sono la sabbia, le lenticchie saranno l'argilla e infine la farina di riso prende il posto del morbido strato di humus superficiale, la parte più ricca di nutrienti per le piante. È così bella che esageriamo con lo spessore!
In un suolo vero di solito gli strati non sono così ben separati, ma si rimescolano in seguito a vari eventi. Molti animali che abitano nel suolo, come i lombrichi le talpe e i topolini, scavando gallerie trasportano in superficie materiale dagli strati profondi e viceversa, e questi sono piccoli movimenti che, se contenuti, fanno bene al suolo, portando nutrimento anche negli stati inferiori e creando una porosità che permette all'aria e all'acqua di penetrare anche molto al di sotto della superficie. Altre volte invece avvengono degli sconvolgimenti più grossi che rimescolano completamente la materia, portando i detriti più grossolani in superficie e spingendo in basso la parte organica. In questo caso il suolo perde, in parte o tatalmente, la sua fertilità, e è necessario molto tempo, da divesi decenni a centinaia di anni, perchè venga restaurata.
Dunque il suolo è composto di materia non vivente, ma ha anche una grossa comunità di organismi viventi che abitano al suo interno, o che comunque dipendono direttamente o indirettamente da esso, prima di tutti le piante. Che esseri viventi vi vengono in mente pensando al suolo?
Ecco il nostro modellino di suolo in barattolo decorato con i suoi abitanti!
Per finire, creiamo un'ultimo modello, più piccolo, in cui si possa osservare bene la stratificazione di un suolo "ideale".
Ecco esposto il risultato del lavoro di questa mattinata! Alla prossima!