Il blog del Coniglio Timoti

Il Parco Nord in visita al reparto pediatrico dell'Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo

Giardiniere

Il silenzio, si sa, è cosa bella.
Siete d’accordo?

Sì, certo, è bello parlare, urlare, fare rumore, cantare.

Per esempio a carnevale quando ogni pazzia è permessa.
Oppure a scuola quando la maestra o la professoressa si assentano per qualche minuto.

Il silenzio di cui voglio parlarvi è qualcosa di particolare: è lo stare ad ascoltare ogni piccolo rumore che provenga dall’ambiente circostante o dall’interno di te stesso.
Che so, magari lo stomaco che brontola …

… Un po’ di anni fa il mio lavoro era quello del giardiniere. Sapete cosa fa un giardiniere, vero?

Cura, fa nascere e crescere le piante. Cerca di creare qualche bel giardino, taglia i prati, pota i rami delle piante, annaffia le aiuole e tante altre cose.

Forse una cosa però non la sapete: il giardiniere, mentre svolge il suo lavoro, deve stare in attento ascolto di ciò che lo circonda.
Il vento che muove i rami, gli animaletti piccoli e grandi che vanno avanti e indietro, l’acqua che penetra nel terreno, il rumore degli attrezzi che lavorano …

Anche le stagioni hanno i loro rumori: l’autunno con le foglie che cadono silenziose (non avete mai sentito il loro rumore?), l’inverno con il rumore della neve, la primavera con il cinguettio degli uccelli, l’estate con il brusio delle cicale e la voce del caldo sole sulla pelle (anche questa è una voce, cosa credete!).

Era inverno, entro nella grande serra con ampie mura e larghe vetrate. Fa freddo, ma dentro alla serra la temperatura è accettabile.
Indosso la tuta da giardiniere, quella con la pettorina e il grosso taschino.
Frugo dentro al taschino per prendere il coltello affilato che uso per tagliare i rami e preparare le talee …e sento qualcosa o qualcuno che mi morsica un dito.

Ahia! – dico in silenzio. Chi è stato!?

Sento anche un rumore come di movimento, di strofinio contro la tela della tuta.
Appare un personaggio strano, piccolo, con un grosso naso (o almeno mi sembra un naso).

Non capisco se sia un animale o qualcosa di strano, assolutamente mai visto qui, nei dintorni.

Non parla, ma emette uno strano suono.
Con sé ha un piccolo biglietto. Prendo una lente, osservo il piccolo pezzo di carta e leggo:

“BIGLIETTO DA VIAGGIO” – PROVENIENZA: AMSTERDAM (OLANDA).
Ora capisco! E’ arrivato insieme al mucchio di bulbi (tulipani, narcisi, giacinti) che sono arrivati una settimana fa dal paese, appunto, dei tulipani.

Leggo ancora:

“POSTINO DI CRONO”.
Ma sì! Crono, il Tempo. Lui è il postino del Tempo, colui che porta i messaggi non solo nello spazio ma anche nel corso del Tempo.

Infine leggo “BRUGHILLO”. Penso sia il suo nome!

Beh, è simpatico! Si muove sempre, però facendo silenzio. E’ curioso.
Si aggira continuamente tra le mie piante che attendono la primavera per ritornare ad essere belle e rigogliose.

Il giorno dopo noto che Brughillo sta frugando in mezzo all’edera. Cosa avrà visto? E’ molto preso da questa cosa. Sembra una pista! Un lungo filo verde, lungo, lungo, … Ogni tanto si vedono delle strane linguette chiare, piccole, che spuntano dal lungo filo. Le annusa, sembra che abbia un po’ di paura.

Il filo, che altro non è che un ramo particolare, ora si mette a salire su di un tronco. Si arrampica, e con lui Brughillo.
Fino ad un buco, un piccolo foro su di un pioppo. Brughillo si sistema dentro alla cavità. C’è spazio all’interno, una specie di casa. Brughillo si guarda soddisfatto attorno.
Sì, c’è un po’ di sporco, ma con qualche ora di lavoro si può rimettere tutto a posto.
Questa casa sembra deserta, per cui Brughillo decide infine di occuparla.

Si accorge che lo sto guardando. Tira fuori la sua testolina dal buco – le sue antenne sono ricoperte dal muschio. Mi guarda con i suoi occhini e mi saluta.

Fino al prossimo attacco di BRUGHILLITE.

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