You are here Home Le classi in visita al Parco 3c - s.primaria Marzabotto - Sesto San Giovanni - 26 maggio 2010

3c - s.primaria Marzabotto - Sesto San Giovanni - 26 maggio 2010

Stampa  E-mail  Scritto da Alessandra Dellocca    Martedì 25 Maggio 2010 11:00

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Ciao a tutti! vi vengo incontro mentre passate davanti alla cascina. Il cielo si è rannuvolato, ma fa caldo. Ci dirigiamo verso un prato vicino al Boschetto della scorsa volta, e, fatta una veloce merenda, ci sediamo in cerchio sul prato e cominciamo.

Ripensiamo alla scorsa volta, a come è cambiato il parco intorno a noi. Notate come prima cosa che stanno facendo dei lavori, e che hanno scavato uno stagno vicino a dove la scorsa volta avevamo fatto merenda. Quest'area diventerà un luogo speciale, dove molti animali potranno trovare zone tranquille dove nascondersi e riprodursi.

Questo luogo non è la sola cosa che è cambiata: sono cresciute le foglie, spuntati i fiori, ascoltiamo molti cinguettii, fa caldo e siamo vestiti diversamente anche noi... è primavera!
E a primavera molti animali si riproducono, ed hanno piccoli da accudire. Per questo tra poco, quando entreremo nel boschetto GEV, dovremo parlare molto piano! Là ci sono sprattutto molti uccelli che hanno nidificato, e le nostre parole potrebbero spaventare gli adulti e farli allontanare dai pulcini che invece hanno bisgono di loro.

A scuola ciascuno ha immaginato l'interno dei bunker e lo ha disegnato. Vediamo ad una ad una le vostre idee. Per alcuni sotto c'è una grande stanza con tavoli e sedie, per altri un corridoio; c'è chi si immagina all'interno dei gatti, e chi dei ragni o deigli insetti. In particolare due compagne hanno immaginato la mappa dei bunker: che si sarà avvicinata? Un compagno invece ha disegnato un armadio per le provviste e dei bagni. Ricordiamoci questi dettagli!

E' il momento di entrare nel boschetto: lo ripercorreremo per osservare se è cambiato, in particolare faremo attenzione ai punti su cui ci eravmo già soffermati a novembre: la Sentinella, i Tentacoli emergenti, il Grande uovo, l'Allocco (che non c'è più), gli Alveari.

Alla Sentinella depositiamo li zaini. Il Bagolaro si è riempito di foglie, e rimane a guardia dell'ingresso che apro, ma che ci servirà come uscita.

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Costeggiamo molti punti che ricordiamo: l'occhio della terra, il tappeto d'edera, fino ad arrivare ai Tentacoli emergenti: l'acero l'ultima volta aveva le foglie gialle! Oggi sono verdi e fittissime.

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Man mano che proseguiamo il sentiero ci sembra diverso, i rami sono più lunghi, c'è più ombra.

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La Vasca verde è ricoperta ancora da foglioline della lenticchia d'acqua, e sulla sponda di terra è fiorito l'iris e il sanguinello ha messo le foglie. Alzando la testa poi ci accorgiamo che nel troco del pioppo che si piega verso la vasca c'è il nido di un picchio.

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L'albero grattugiato, le gambe incrociate, fino ad arrivare al Grande uovo: vi sembra che sia stato spostato, e più piccolo. L'erba gli è cresciuta intorno, forse fa si che le dimensioni ci sembrino diverse.

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La mano dello zombie è rimasta uguale vi sembra, il tappeto di pervinche si è infittito, e, dopo la panchina, lo stagno si è riempito di piante acquatiche: ninfee, nannufari, cannucce d'acqua.

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E osservando l'acqua da vicino anche piccoli girini e gerridi, gli insetti pattinatori.

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Per ultimi gli Alveari, semi nascosti dai cespugli infittiti.

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Ma ora... siamo anche arrivati al momento di scendere e finalmente capire come sono i bunker!

Scendendo ci si presentano dei corti corridoi in cemento armato, separati con delle pesanti porte in cemento armato, dei fori sul soffitto che corrispondono alle prese d'aria, basamenti lungo le pareti che in alcuni tratti sorreggono delle panche; ci sono due stanze quadrate che probabilmente contenevano acqua e provviste, due bagni. Lungo alcuni corridoi, delle foto appese ci mostrano immagini in bianco e nero di aree bombardate: in questi luoghi ci si rifugiava quando c'era un attacco aereo!

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Succedeva durante la seconda guerra mondiale, quando l'areoporto militare di Bresso, qui vicino, era considerato un punto strategico da abbattere. Ci immedesiamo in chi era costretto a fuggire qui, alla paura che doveva avere, allo spavento.

Con le due mappe disegnate da voi in mano proviamo ad immaginare come sono questi corridoi... li abbiamo percorsi, sembravano tante "L" una di seguito all'altra. Si snodano  dall'ingresso 1 all'ingresso 3, dagli alveari alla sentinella passando per il bosco degli stuzzicadenti. Il percorso sotterraneo però non è lineare. In questo modo si evitava, nel caso che una bomba colpisse un tratto di bunker, che tutto il tunnel e chi vi era nascosto crollasse.

Ci immaginiamo bambini come voi, in questo o in altri rifugi di questo tipo. Avranno pianto? E ci piace pensare che, colorando il grigio di questi luoghi, un bambino potesse consolarsi un po'. Possiamo lasciare anche noi un segno qui: proveremo ad immaginare cosa c'è al di là delle pareti, sotto il boschetto... e lo rappresenteremo sui muri.

Se fossero trasparenti cosa potremmo vedere? Radici, sassi, animali di terra, tane, topi, insetti, talpe, ossa. Decidiamo che il nostro disegno saranno tanti topini. Per ciascuno di voi ho un gesso colorato... e gli spazi grigi si riempiono...

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Topini rossi, gialli, azzurri e arancioni...

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Quando torniamo in superfice il caldo ci sembra troppo, abituati al fresco, quasi freddo, del "sotto".

Prima di ripartire vi fermate a leggere il cartello che racconta la storia del boschetto: noi abbiamo già condiviso quanto c'è scritto, ma qui trovate conferma di quanto abbiamo detto prima di entrare.

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Ci salutiamo dove ci siamo incontrati: buone vacanze e buon riposo maestre!

 


P.s.
Qui potete vedere e stampare la mappa-cartina che abbiamo utilizzato.

Qui potete leggere le definizioni in rima degli elementi presenti nella mappa.

 

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