garibaldinoBuongiorno a tutti!
Ben arrivati al Parco in questa giornata un po' autunnale e piovosa, speriamo smetta!

La scuola è iniziata da qualche giorno, e anche tra voi vi conoscete poco.

Ci presentiamo, io sono Alessandra e voi? Alcuni di voi sono già venuti qui con la scuola, alcuni mi conoscono. Per altri è la prima volta. Qui alcuni di voi vengono in bicicletta, con i roller, a giocare a calcio, a fare pic-nic. Il Parco quindi è sì un luogo naturale, ma anche un posto dove le persone possono fare sposrt o rilassarsi. Gli animali e le piante convivono con le persone e con la città che hanno intorno (da qui ne sentiamo i rumori). 

Vi racconto la storia del Parco, lunga quarant'anni, proprio quest'anno il Parco festeggia la cifra tonda! Insieme immaginiamo come si possa essere trasformata l'area industriale della Breda nell'area verde di oggi.

Dopo la guerra e i bombardamenti queste zone vennero un po' abbandonate, qualcuno coltivava alcuni punti, per altri era diventata una discarica. Qui si rischiò che venissero costruite case, strade, centri commerciali, ma per fortuna i comitati di cittadini ottennero un'area verde.

Con i lavori per costruire il Parco, pulizie, semine, piantumazioni, l'aspetto di questo luogo cambiò. E con il verde che cresceva arrivarono anche gli animali: insetti, uccelli, piccoli mammiferi, anfibi e rettili.

Però ancora oggi possiamo osservare "reperti" di archeologia industriale del passato, trasformati, per esempio il teatrino alle nostre spalle. 

Per prima cosa oggi raggiungeremo i bunker, i rifugi dell'ex areoporto della Breda, che durante la seconda guerra mondiale era un punto strategico da bombardare.

Ci spostiamo e lungo la strada osserviamo la vecchia palazzina volo, bpmbardata e mai più ristrutturata, oggi ha alberi e arbusti sopra, intorno, dentro! Nei bunker vedremo anche delle foto di quando era intera!

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Arrivati nell'area didattica dietro alla Cascina, ci prepariamo a scendere, attenti a dove mettiamo i piedi, in questo lungo cunicolo sotterraneo di cemento armato, buio e umido. All'inizio dobbiamo risolvere un problema di buio, e muoverci con attenzione perché c'è un allestimento dove potremmo inciampare, ma alla fine si risolve tutto!

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Insieme scopriamo che le radici del bosco sopra le nostre teste sono più forti del cemento, e negli anni sono entrate trasformando questo posto in una specie di galleria del coniglio di Alice nel paese delle Mraviglie. Ora è stato ripulito ma già un'albero ha ricominciato il suo lento lavoro entrando da una piastra di metallo.

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Osserviamo che il bunker ha la forma di linea spezzata, e le varie parti sono separate da porte di cemento armato, con due vantaggi: guadagnare spazio, perché per uno stesso spazio la lunghezza della galleria e quindi i posti a sedere sono maggiori, e poter limitare i danni se un'esplosione avesse interessato un punto partiolare, com uno degli ingressi, perché non si sarebbe propagata ma si saebbe fermata nel tratto interessato. Qui si scendeva e, anche se probabilmente gli attacchi aerei non duravano moltissimo, non si sapeva mai quando si sarebbe usciti, e la paura di tutti era sicuramente anche se si sarebbe usciti. E il bunker per questo era attrezzato con spazi per scorte di acqua, forse anche di cibo, e di strumenti come pale per poter scavare se una parte del bunker fosse crollata. C'erano anche dei bagni, un impianto elettrico che sicuramente faceva una luce più fioca di quella che c'è oggi, e delle aperture per fas passare l'ossigeno, anche se per non consumarlo la gente probabilmente si sedeva in silenzio.. e aspettava.

Tornati all'aria aperta, e alla pioggia, ci spostiamo in cascina dove al coperto facciamo merenda per poi ripartire.

Gli ex-binari breda sono la nostra prossima fermata: qui, dove una volta si provavano prototipi di metropolitane leggere, vediamo molto bene come la natura riesca a riimpossessarsi del suo spazio: grandi bagolari sono cresciuti nel poco di terra che il vento ha depositato all'interno dei binari, e del tutto spontaneamente.

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La pioggia aumenta e con le professoresse decidiamo di costeggiare la montagnetta, e spostarci sotto la volta del Teatrino: era un carroponte, e la sua struttura, interrata e un po' sistemata, è diventata il teatro che vediamo oggi.

Da qui osserviamo la montagnetta, che in realtà qui non ci dovrebbe essere, perché siamo già in una zona considerata pianura! Ma anch'essa frutto del lavoro umano! Qui sotto ci sono tutti gli scarti delle lavorazioni degli alto forni della Breda, che estraeva il ferro dalle rocce ad altissime temperature ottenendo ferro liquido che poi veniva fatto solidificare dandogli una forma adatta al suo utilizzo.

Per ultimo parliamo degli stagni, anch'essi costruiti dall'uomo. Poco lontano da qui c'è il primo che venne scavato.

In natura lo stagno è come un piccolo lago, o una grande pozza, che si riempie di acqua piovana, e che se non piove per molto può prosciugarsi: questa caratteristica è importante perché gli animali che ci vivono devono essere in grado di gestire la mancanza d'acqua.

Come per i boschi, anche gli stagni, una volta costruiti, hanno attirato animali. Rane, rospi, libellule, pesci, tartarughe: chi è già stato qui questi animali li consoce! Ma i pesci non dovrebbero stare in uno stagno: quando l'acqua evapora, morirebbero. Ovviamente qui l'acqua è sempre costante, grazie al canale: i pesci sono stati portati dall'uomo.

Lo stesso vale per le tartarughe che sono originarie dell'America e che in Europa si comprano nei negozi e spesso diventano di grandi dimensioni: sicuramente qualcuno le rilascia pensando di restituire a questi animali la libertà, o magari solo perché si stanca di loro. Le tartarughe in inverno sono costrette dal nostro clima, opposto a quello di origine, ad andare in letargo forzato, e spesso muoiono. E se non muoiono...

Sono entrambi animali immessi dall'uomo ed estranei allo stagno, e come spesso, anzi quasi sempre, succede, quando si introduce un animale che non appartiene ad un certo ecosistema si rompe un equilibrio: pesci e tartarughe sono carnivori voraci e divorano larve di insetti, uova e girini di rane e rospi, qui in primavera non ne troverete. Perciò mai liberare un animale nell'ambiente senza riflettere sulle conseguenze che questo comporta. E possibilmente mai comprare animali esotici, per non incrementare questo tipo di commercio che danneggia gli animali stessi.

La pioggia ha smesso di cadere, prima di salutarci ci avviciniamo.Vediamo tanti pesci, uno rosso, dei germani e delle gallinelle d'acqua. 

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A questo punto però dovete riincamminarvi. Grazie della visita e buon anno a tutti!!!

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